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Una occasione unica

renzimatteoIl risultato non scontato e non previsto delle elezioni dello scorso 25 maggio ci hanno indotto ad una riflessione meditata. Infatti una competizione elettorale per l’Europa è stata sovraccaricata di temi nazionali e di improperi seppellendo i motivi e le ragioni della competizione stessa. Poche forze politiche hanno battuto con convinzione sui molti argomenti che negli ultimi mesi hanno contraddistinto il dibattito intorno alle istituzioni europee e al ruolo dell’Unione, mentre il resto era o populismo puro o un campionario assurdo di polemiche ed invettive da rendere inaccettabili per gran parte dell’elettorato i protagonisti. Così, a dispetto delle previsioni, sempre più inaffidabili nel nostro Paese, il previsto sfondamento del M5s non c’è stato, solo alcune delle nuove forze in campo hanno raggiunto o superato la soglia di sbarramento, mentre FI tracollava al 16%, scompariva Scelta Europea di Monti, fuori anche FdI e Verdi. L’elettorato preoccupato per certe affermazioni ed i toni sempre più aggressivi e roboanti ha scelto il male minore ed ha deciso di affidarsi a Renzi nella speranza no dilapidi il successo acquisito. Ed in effetti Renzi ha affrontato la conferenza stampa post elettorale con i toni giusti, comprendendo la necessità di fare si in fretta, ma anche di cercare le utili mediazioni, oggi può farlo da una posizione di forza vista la debolezza dell’ex cavaliere, il forte ridimensionamento di Grillo, tradito dall’assenza di proposte programmatiche serie e da una comparsata mediocre a Porta a Porta. Ora il premier dovrà darsi delle priorità ed evitare di accumulare proposte di riforma una sull’altra. Dovrà ripartire dall’Italicum,  dalla riforma del Senato evitando per quanto possibile di propinare agli italiani una riforma come quella delle provincie e dall’Europa togliendo argomenti e motivi agli euroscettici di casa nostra. Renzi ha vinto da neodemocristiano, ma non potrà fare il democristiano in eterno, pena sciupare una occasione unica di cambiamento di questo Paese, dovrà trovare interlocutori seri ed affidabili e lo potrà fare meglio di prima viste le condizioni delle maggiori forze politiche. Due soli errori possono fargli gettare a mare le tante opportunità che ha difronte, la tentazione di rovesciare il tavolo ed andare alle elezioni anticipate in primavera se ci saranno contrasti sulle riforme e inciampare sulle tante trappole ed imboscate di cui sarà fatto oggetto nei prossimi mesi. Il premier è giovane, non parco di parole, ma non sprovveduto.

ARES