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L’AD della Fondazione Pergolesi Spontini a OPERA EUROPA per “L’opera lirica al di la dell’Europ​a”

operaeuropaL’Amministratore Delegato della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi e Direttore Artistico di Astana Opera in Kazakhstan, William Graziosi, alla conferenza di Opera Europa dal 23 al 25 maggio al Teatro La Fenice di Venezia, per favorire i rapporti internazionali della Fondazione e raccontare le opportunità che il teatro d’opera italiano sta trovando all’estero.

 

Si è aperto al Teatro La Fenice di Venezia il confronto tra teatri europei ed italiani sulla gestione del teatro lirico al giorno d’oggi. Dal 23 al 25 maggio ha luogo l’importante conferenza promosso da Opera Europa, l’organizzazione leader per i teatri d’opera e i festival lirici professionali operante in 36 paesi diversi, e con sede a Bruxelles.

Per la Fondazione Pergolesi Spontini partecipa l’Amministratore Delegato William Graziosi, il quale è stato chiamato a portare il suo contributo alla dedicata alle prospettive per il teatro lirico italiano e alle appassionanti opportunità offerte dall’opera al di là dell’Europa, in una sezione dal titolo “L’opera lirica al di la dell’Europa”, cui hanno partecipano anche Asako Ishida (Japan Showa University of Music), Christina Scheppelmann (Muscat) Philippe Zuber (Dubai), e Birgit Meyer (Koln). All’incontro, Graziosi ha riferito della sua esperienza di manager teatrale attivo a livello internazionale, nella Fondazione jesina così come presso l’Opera di Astana in Kazakhstan, il più grande teatro lirico dell’area euroasiatica, di cui è vice sovrintendente, direttore artistico e responsabile delle relazioni internazionali.  “Le produzioni liriche italiane – ha detto – sono sempre più ricercate all’estero, una espressione del Made in Italy tra i più apprezzati al mondo. In un momento di profonda crisi del settore in Italia, molti paesi stranieri guardano al nostro Paese come ad un punto di riferimento culturale; si aprono dunque numerose opportunità, d’immagine ed economiche, di collaborare con i teatri esteri. La chiave per il futuro stato di salute dei nostri teatri lirici dipende anche da come affronteranno questa sfida”.