Una storia pugliese che potrebbe avere ricadute ovunque: un errore del commercialista evita la multa a due esercenti brindisini. Il principio, insomma, è questo: se è il commercialista a sbagliare, non tocca al contribuente pagare le eventuali sanzioni derivanti dall’errore. È durata sei anni la battaglia legale di due imprenditrici brindisine, madre e figlia, che alla fine hanno ottenuto lo sgravio di oltre 10.000 euro versati per pagare avvisi di accertamento e cartelle esattoriali, emesse dall’Agenzia delle Entrate prima e da Equitalia poi. L’esito positivo per le due imprenditrici che dal 1999 al 2000 avevano gestito un’attività di ristorazione a Ceglie Messapica (Brindisi), è giunto in seguito alla segnalazione del loro legale, Carmen Monopoli, al Garante del contribuente per la Regione Puglia che, dopo aver svolto accertamenti attraverso la Guardia di finanza, ha infine chiesto e ottenuto l’annullamento delle sanzioni. Il 14 gennaio scorso la direzione provinciale di Brindisi dell’Agenzia delle Entrate ha emesso il provvedimento con il quale si stabilisce che dovranno essere restituite alle due imprenditrici le somme ingiustamente richieste per irregolarità che erano sì state accertate, ma che erano indipendenti dalla loro volontà. I fatti risalgono al 2008 quando per la prima volta le due imprenditrici vengono sottoposte a verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate di Ostuni in merito all’anno 2002. Vengono chiesti loro documenti che le donne avevano consegnato al loro commercialista e che questi, per ragioni varie, non restituisce. Pochi mesi dopo il Fisco emette e notifica avvisi di accertamento riferibili a ‘gravì e ‘ripetutè irregolarità e omissioni in materia di Irpef, Iva, Irap, e imposte varie. Ne derivano sanzioni per 10.000 euro e viene dato incarico all’ente di riscossione di recuperare il credito. Equitalia emette le relative cartelle per un importo complessivo superiore ai 10.000 euro (4.268 una, e 7.759 l’altra). Comincia qui la battaglia legale. Nel 2009 viene presentato ricorso al Tribunale di Brindisi che l’anno successivo intima al commercialista di restituire i documenti. Il consulente viene anche querelato, ma il procedimento si chiude perchè nel frattempo il professionista muore. Madre e figlia, quindi, tramite i loro legale, si rivolgono al Garante che chiede all’Agenzia delle Entrate di relazionare adeguatamente sulla questione evidenziando che «i fatti denunciati dalla contribuente in merito al comportamento illecito del suo consulente meritano, con riferimento alle sanzioni, particolare attenzione anche sul piano normativo». Infine il garante ha chiesto e ottenuto lo sgravio.