Lavanderie self-service con addetti abusivi
PESARO – Continua incessante l’impegno della CNA sul fronte della difesa delle piccole imprese.
L’altra sera si è tenuto il direttivo provinciale delle tintolavanderie, al quale hanno partecipato anche alcuni dei protagonisti delle polemiche apparse nei giorni scorsi sulla stampa, e che ha avuto al centro i problemi della categoria. Nel corso della riunione, che ha ridimensionato il caso “spesometro”, sono state illustrate le azioni che l’associazione ha messo in campo a difesa delle imprese in questi mesi.
“Una serie di attività – ha detto la responsabile provinciale, Paola Travagliati – che dimostrano l’impegno costante ed incessante dell’associazione nei confronti della categoria”.
Fra queste una forte azione di contrasto all’esercizio di attività abusive. Come? Attraverso un richiamo rivolto a tutti i sindaci del territorio affinché attivino forme di prevenzione controllo e sanzioni riguardo ad attività di lavanderie self-service dove, spesso abusivamente, è presente un addetto che fornisce assistenza alla clientela, propone servizi di stireria, di ritiro e consegna capi a domicilio ed altri tipi di servizi, come la giacenza e custodia dei capi ingombranti (esempio piumoni). Si tratta di attività che la Legge 84/2006 individua e regolamenta e per le quali sono previsti i titoli abilitativi richiamati sopra e la presenza del responsabile tecnico.
Riguardo al responsabile tecnico in materia di tintolavanderie, al fine di superare il blocco del mercato conseguente alle varie tappe dell’iter normativo, in questa fase di transizione come CNA Pesaro, abbiamo ottenuto che alcuni Suap (sportello unico attività produttive), accettassero un’autocertificazione riguardo al futuro possesso dei requisiti. Questo ha permesso a neo imprenditori di poter avviare l’attività; un precedente diventato “giurisprudenza” anche in altre province marchigiane. Altra buona pratica, avviata da CNA Pesaro, quella dell’associazione in partecipazione tra il cedente l’attività ed il subentrante al fine di autocertificare il possesso del requisito tecnico necessario per poter esercitare l’attività di tinto lavanderia. In relazione a questo adempimento, il Suap Pesaro avrebbe richiesto una pratica aggiuntiva che andava ad appesantire la comunicazione richiesta e costituiva un costo aggiuntivo per le imprese: Cna è intervenuta immediatamente richiamando quanto previsto dalla legge. La CNA poi, al fine di semplificare l’accesso al settore per consentire un più fluido turn-over tra le imprese uscenti e quelle entranti, sta lavorando ad una proposta per i corsi di formazione abilitanti articolati su Fad, stage e crediti formativi, che ridurrebbero notevolmente le ore di corso in aula all’interno delle 450 ore complessive previste dal percorso approvato in Regione. In questa fase è stata avviata un’azione di pressing verso tutte le regioni della nostra metodologia formativa.
Infine si è discusso di alcune osservazioni sulla revisione dello studio di settore per le attività di lavanderie, tintorie ed attività di lavanderie industriali. Il documento inviato dalla CNA all’Agenzia delle Entrate chiede di prendere in considerazione osservazioni in merito: come correttivi di crisi; nuovi indicatori di coerenza; il consumo di energia elettrica; beni strumentali; tipo di energia utilizzata, e in un’ottica di semplificazione, la riduzione del numero di informazioni richieste e la semplificazione stessa del modello.