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Povertà, sempre più estesa

ISTAT: AGRICOLTURA, AZIENDE NORD REGINE PRODUZIONE E VALOREI dati sulla disoccupazione non accennano a calare, i provvedimenti per la nuova occupazione non danno frutti, l’economia ristagna e le stime di crescita debbono essere costantemente corrette al ribasso. Uno scenario da incubo al quale l’esecutivo risponde con un profluvio di ottimismo senza alcun riscontro nella vita reale dei cittadini. Non a caso negli ultimi 10 anni sono raddoppiate le famiglie indigenti ed è sempre più frequente imbattersi in soggetti, non solo extracomunitari, anzi di questi pochi, che vivono per strada, nelle stazioni o negli androni degli edifici pubblici. Proprio gli italiani, le famiglie italiane sono quelle meno protette, in particolare le persone sole, i separati vanno quotidianamente a ingrossare le fila dei meno abbienti o dei più poveri. Negli ultimi 10 anni come dicevamo le famiglie che vivono in povertà assoluta sono più che raddoppiate (+93,2%), passando da 819.000 del 2005 a più di 1,5 milioni nel 2015. Le persone sole, uomini e donne in gravi difficoltà sono aumentati del 140,65 passando da 1,9 milioni a 4,6 milioni, i dati sono forniti direttamente dall’Istat. Il governo cosa fa? Promette. Come nel suo costume l’esecutivo promette di adottare misure idonee contro la povertà nella prossima legge di stabilità. Sarà in grado di farlo visti gli stretti limiti del bilancio, l’economia che non riparte, il calo delle entrate tributarie e le fonti di spesa anche per eventi eccezionali in forte aumento? I dati dell’Istat evidenziano come rispetto all’intera popolazione le percentuali della povertà sono passate dal 3,6% del totale famiglie al 6,1%, mentre sul fronte delle persone il balzo è stato dal 3,3 del 205 al 7,6 del 2015. Vi è anche una realtà relativa, meno grave, ma non meno preoccupante in quanto pericolosamente in bilico verso la povertà assoluta, parliamo di 2,4 milioni di famiglie censite nel 2005 e 2,7 milioni oggi con un incremento del 12,4%. Analogo incremento si registra sul fronte delle persone singole, passate da 6,4 milioni a 8,3 milioni con un incremento del 29,4%. Forse il governo varerà un qualche provvedimento, ma è necessario far presto e non disperdere le poche risorse a disposizione. Evitare gli errori fatti con il bonus degli 80 euro finito in parte nelle mani di quanti non ne avevano bisogno e certificato dal premier come “marchetta” elettorale. Si cambi verso, si cambi anche qualche ministro incompetente, si tagli davvero la spesa improduttiva, la burocrazia, gli enti inutili e si facciano le uniche riforme utili alla crescita, senza alzare cortine fumogene nella diatriba con l’Europa, la Merkel o Hollande, è l’ora del fare, anzi l’ora è passata da un po’ per il premier   decisionista.

ARES