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Pil 2° trimestre 2017 – Fu vera gloria?

16ago2017istat_stima_pil_ii_trimestre_a_04_su_precedente_e_15_su_annoL’accertamento Istat in riferimento al Pil del 2° trimestre in Italia che ha certificato un incremento dello
0,4% rispetto al 1° trimestre dell’anno ha scatenato un putiferio di polemiche, tanto inutili quanto
strumentali. Ha dato la stura ad interpretazioni fantasiose l’on.le Barbara lezzi del M5S che ha attribuito il
tutto al caldo ed all’uso maggiore dei condizionatori e quindi di energia elettrica, forse scordando che si
trattava di aprile e maggio, volendo giugno, ma i climatizzatori accesi ad aprile forse lo erano solo negli
uffici della cittadina Lezzi…. Nondimeno hanno fatto gli esponenti del PD, in caduta libera di consensi,
dilaniati dalle diaspore, con un Renzi che sta iniziando a sospettare che Gentiloni stia prendendo troppo
spazio, non vedevano l’ora di prendersela con i ‘gufi’.
Cercando di rimettere ordine nelle cose, chiariamo innanzitutto che il valore dell’Istat è sui dati aggregati, è
una stima preliminare quindi mancano i dati disaggregati per una valutazione esatta. In quanto ad un
possibile raggiungimento di un +1,5% di aumento del Pil sarà possibile se l’andamento rimarrà costante,
tutto da verificare considerando il trend degli anni passati.
Ma è tutto oro quello che luccica e gli entusiasmi governativi e filopiddiini sono giustificati? Assolutamente
no, la forbice tra Italia e paesi europei si allarga sempre più, se noi siamo sulla strada di 1,5% di aumento, la
media europea è al 2,3%, la Grecia segna un 6,6%, la Spagna viaggia al 4%, peggio di noi fanno solo il
Portogallo e la Gran Bretagna che comincia a scoprire cosa vuol dire la brexit, con buona pace degli
euroscettici.
Le politiche governative in materia industriale sono inesistenti, il jobs act finiti gli effetti drogati degli
incentivi a tempo si è rivelato il paravento che si era già immaginato, le politiche fiscali restano al palo e la
lotta all’evasione, in termini di riscossione pratica è fallimentare, così come la volontary disclosure è stato
un buco nell’acqua. Bloccati sul un referendum ad personam il governo del paese è impantanato dal giorno
dell’elezione di Renzi, il resto si deve alle politiche monetarie espansive della BCE, quando San Draghi
chiuderà, e prima o poi lo dovrà fare, i cordoni del quantitative easing, saremo gli unici ad essere ancora
ampiamente sotto i livelli di pil ante-crisi.
MAURIZIO DONINI