Marcozzi interroga sul Tennacola
A seguito di mia interrogazione l’Amministrazione regionale si è impegnata a risolvere in tempi
brevi il nodo sul rinnovo della concessione al consorzio idrico Tennacola
L’Amministrazione regionale mi ha garantito che si è attivata con gli uffici per cercare di superare le
difficoltà e le criticità che vanno avanti da ben 6 anni e arrivare in tempi brevi a una soluzione
positiva della questione. Questo hanno risposto alla mia interrogazione sul rinnovo della
concessione del consorzio idrico Tennacola. La concessione in base alla quale il Tennacola spa
preleva acqua dalla sorgente Capotenna (località Montefortino) è, infatti, scaduta e ancora non è
arrivato il rinnovo da parte della Regione Marche. La stessa Amministrazione ha ammesso che gli
anni trascorsi per ottenere un semplice rinnovo sono davvero tanti. Dinanzi a questa situazione i
Comuni aderenti al consorzio idrico Tennacola hanno espresso preoccupazione per il mancato
rinnovo e per eventuali riduzioni del quantitativo di acqua potabile (oggi pari a 190 litri/secondo) da
autorizzare. Preoccupazioni a mio avviso più che giustificate dal momento che il mancato rinnovo
della concessione o eventuali modifiche al ribasso dei termini della concessione e, nello specifico,
delle quantità di acqua per l’approvvigionamento idrico presso la sorgente Capotenna, potrebbero
arrecare disagi alla popolazione interessata. Parliamo di ben 27 Comuni di cui 16 nel Fermano e 11
nel Maceratese per una popolazione complessiva pari a 120.000 abitanti. Eppure non si capisce
questo tentennamento da parte dell’Amministrazione regionale. I vertici del consorzio idrico
Tennacola spa sostengono, infatti, che dal 1981 la Tennacola spa preleva acqua potabile dalla
sorgente di Capotenna senza aver mai riscontrato problemi di natura geologica, idraulica o
ambientale e l’attingimento dell’acqua potabile dalla captazione di Capotenna è fondamentale per il
sistema idrico dell’Ato 4. Ma se è vero che la Regione è orientata verso una forte diminuzione
dell’acqua captabile dalla sorgente (circa il 50%), non si può non prendere in considerazione anche
il fatto che potrebbero rendersi necessarie captazioni di subalveo tra le vallate del Chienti e del
Tenna, con presumibile minore qualità dell’acqua, maggiori costi e maggiore rischio inquinamento
dettato dalla presenza di attività antropiche. Sarò vigile sia per ciò che riguarda l’impegno preso
dall’Amministrazione regionale sia per e future mosse della stessa in merito ai riferimenti della
captazione di acqua.
19/4/2017
Il Capogruppo FI
CONSIGLIO REGIONALE DELLE MARCHE
Jessica Marcozzi