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Infolampo: Pensioni – espatriati

pensione-anticipata-vecchiaia-reversibilita-e-inabilita-nuova-nota-inps-sul-cumulo-contributi_1405161Le 5 false promesse del governo sulle pensioni.
Dopo la presentazione della legge di bilancio di ieri, i sindacati chiamano Gentiloni e tutto il Governo a
una vera assunzione di responsabilità. Sulle pensioni nessuna risposta per milioni di persone nonostante
le richieste dei sindacati che anche ieri mattina hanno incontrato il Ministro Poletti.
Il segretario generale dei pensionati Cgil Ivan Pedretti lancia l’idea di una grande mobilitazione dei
lavoratori e dei pensionati per far sentire la propria voce. E sull’Huffington Post spiega perché il Governo
ha fatto false promesse. Ecco il suo intervento.
Cinque promesse. Nessuna rispettata. Sulle pensioni il governo si è rimangiato tutti gli impegni presi con
i Sindacati e con il paese. Non è una mia opinione. Parlano i testi. Uno in particolare: quello dell’intesa
sottoscritta appena un anno fa, che è utile richiamare per chi
avesse la memoria corta.
Era il 27 settembre del 2016 e per la prima volta dopo tanti anni
riuscimmo in quell’occasione a convenire una serie di misure per
rendere più giusto ed equo il sistema previdenziale italiano dopo i
danni prodotti dalla riforma Fornero. Si decise inoltre di definire i
temi per la seconda fase del confronto perché eravamo consapevoli
che il lavoro non fosse finito. Non erano vaghe promesse ma
impegni veri e precisi. Erano cinque. Li abbiamo scritti tutti
insieme e messi nero su bianco. Sono stati disattesi e non hanno
trovato alcun riscontro nella legge di bilancio appena presentata
dal governo. Eccoli:
1) Le pensioni dei giovani
Per mesi dalla maggioranza di governo e in particolare dal Pd ci è
stato detto che questa era la priorità e che dovevamo fare tutti uno
sforzo di responsabilità. Abbiamo preso sul serio il tema, lo
abbiamo approfondito e abbiamo presentato le nostre proposte con
l’obiettivo di garantire a chi verrà dopo di noi di avere una
pensione dignitosa. Ci ritroviamo invece con un nulla di fatto. Con buona pace dei nostri giovani che
ancora una volta resteranno fermi un turno.
2) Aspettativa di vita
Dal 2019 scatterà l’automatismo che porta in avanti l’età pensionabile. Lo sapevamo e avevamo
concordato una soluzione differenziando questo meccanismo a seconda dei lavori. Tradotto significa che
l’aspettativa di vita non è uguale se fai il muratore o il professore universitario. Lapalissiano. Ma
evidentemente per il governo che si fatichi su un’impalcatura o dietro una scrivania non fa alcuna
differenza.
3) Il lavoro di cura delle donne
È uno dei temi su cui si è concentrata maggiormente la nostra azione, convinti che fosse necessario dare
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«Sciopero» non è una
parola abrogata

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Italiani all’estero, oltre 120 mila espatriati nell’ultimo
anno
Il rapporto Migrantes fa registrare un aumento del 15% rispetto alla precedente rivelazione. Quasi il
40% di chi ha scelto di partire ha tra i 18 e i 34 annni.
Continua e si rafforza la ‘fuga’ degli italiani all’estero: nel 2016 124.076 persone sono espatriate, in
aumento del 15,4% rispetto al 2015. E ad aumentare sono soprattutto i giovani: oltre il 39% di chi ha
lasciato l’Italia nell’ultimo anno ha tra i 18 e i 34 anni (+23,3%). Il 9,7% ha tra 50 e 64 anni e sono i
«disoccupati senza speranza» rimasti senza lavoro. Dal 2006, la mobilità italiana è aumentata del 60,1%.
Sono questi i dati principali che emergono dal rapporto “Italiani nel mondo” 2017 di Migrantes.
PARTENZE DI FAMIGLIA. Le partenze non sono individuali, ma di «famiglia», intendendo sia il
nucleo familiare più ristretto, ovvero quello che comprende i minori (oltre il 20%, di cui il 12,9% ha
meno di 10 anni) sia la famiglia «allargata», quella cioè in cui i genitori – ormai oltre la soglia dei 65 anni
– diventano «accompagnatori e sostenitori» del progetto migratorio dei figli (il 5,2% del totale). Le donne
sono meno numerose in tutte le classi di età ad esclusione di quella degli over 85 anni (358 donne rispetto
a 222 uomini): si tratta soprattutto di vedove che rispondono alla speranza di vita più lunga delle donne in
generale rispetto agli uomini.
PRIMATO AL REGNO UNITO. Il continente prioritariamente scelto da chi ha spostato la sua residenza
fuori dell’Italia nel corso del 2016 è stato quello europeo, seguito dall’America Settentrionale. Rispetto
allo scorso anno, quando la Germania era stata la meta preferita, quest’anno il Regno Unito registra un
primato assoluto tra tutte le destinazioni, seguito da Germania, Svizzera, Francia, Brasile e Usa. La
Lombardia, con quasi 23 mila partenze, si conferma la prima regione per partenze, seguita dal Veneto
(11.611), dalla Sicilia (11.501), dal Lazio (11.114) e dal Piemonte (9.022). C’è però una regione che
presenta un dato negativo, ed è il Friuli Venezia Giulia, da cui nell’ultimo anno sono partite 300 persone
in meno (-7,3%).
DIFFICILE PROGETTARE IL FUTURO. «Il motivo principale per il quale i nostri ragazzi vanno
all’estero è la difficoltà che trovano, ma è anche di molti adulti, nel progettare il loro futuro. A fronte di
una situazione sociopolitica che ha sempre più difficoltà ad aprire varchi» i ragazzi «cercano risposte
altrove», ha detto mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, presentando il rapporto. E
secondo il presidente di Migrantes, mons. Guerino Di Tora, il tema centrale su cui riflettere «è
l’occupazione giovanile». «Non bastano le statistiche occorre che gli studi arrivino sulle scrivanie dei
decisori politici. Un passo fondamentale è il passaggio dallo studio alla progettualità e alle misure
concrete».

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espatriati-nellultimo-anno/214703/