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Economia e i dati 2015, è finita la grande crisi la provincia di Pesaro e Urbino ricomincia a marciare

economia-620x267Incoraggianti i dati relativi a fatturati ed esportazioni. Ritorna il segno + nel mobile e nella nautica. Bene la manifattura e la meccanica. Partenza a razzo per le costruzioni

 

PESARO – Dopo anni di buio, di una crisi che sembrava senza fine, finalmente si cominciano ad intravedere i primi timidi segnali di ripresa per l’economia della nostra provincia. Non si tratta di una vera e propria inversione di tendenza, ma di una nuova fase che – a dispetto delle tante tensioni internazionali e del quadri di grande incertezza a livello europeo – induce un cauto ottimismo.

Purtroppo la crisi di questi ultimi anni ha lasciato dietro di se molte macerie. Ed è per questo che bisogna partire nelle analisi da una consapevolezza; ovvero che niente sarà più come prima. Il quadro  relativo al nostro territorio è completamente diverse da quello di dieci anni fa. Moltissime aziende hanno chiuso i battenti e settori che trainavano l’economia come il mobile hanno assunto un ruolo via via meno determinante.

 

Eppure i segnali di ripresa non mancano. Lo dimostrano i dati dell’Osservatorio TrendMarche secondo il quale il 2015 (i dati ufficiali sono in gran parte riferiti al primo semestre dell’anno),  è stato tutto sommato un anno discreto per le micro e piccole imprese della provincia. Secondo TrendMarche infatti, il fatturato delle imprese con meno di 20 addetti è cresciuto nella prima parte dell’anno al ritmo del 23% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima (in verità uno dei peggiori di questa lunghissima crisi). Una crescita dovuta soprattutto al basso livello del fatturato toccato nel primo trimestre del 2014.

 

In provincia di Pesaro e Urbino le indicazioni per il primo semestre 2015 (tendenza si conferma anche nel secondo); indicano dunque una forte ripresa del fatturato (come detto oltre il 23%); ripresa trainata dalle costruzioni (+35,2%); dalle manifatture (+29,9%). All’interno delle manifatture la ripresa del fatturato è stata stimolata soprattutto dalla meccanica (+34,4%); e da legno-mobile (+31,4%). In questo ultimo settore la ripresa del fatturato della prima metà del 2015 ha addirittura riportato i valori a prima della crisi.

Il tessile-abbigliamento, dopo una timida ripresa negli ultimi due anni, registra invece una flessione nel fatturato. Bene invece il settore delle trasformazioni alimentari che continuano a crescere. Le variazioni trimestrali indicano un andamento discontinuo, soprattutto nelle costruzioni e nella manifattura. Nella meccanica il trend di ripresa si è mantenuto costante. Secondo l’Osservatorio congiunturale di UnionCamere Marche, la provincia di Pesaro e Urbino è quella che nella regione registra la maggiore crescita media della produzione manifatturiera nel corso dei primi 9 mesi del 2015: in particolare l’andamento della produzione è stato più favorevole nella provincia rispetto a tutte le altre delle Marche.

Per quello che riguarda le nuove imprese c’è da dire che la dinamica è decrescente da un trimestre all’altro nei primi tre disponibili ma il saldo tra nuove imprese e cessazioni diventa positivo dal secondo trimestre e si conferma tale nel terzo.

 

Nella provincia le esportazioni segnano nei primi 9 mesi del 2015 un incremento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, grazie alla ritrovata competitività di alcune delle sue produzioni più importanti.

In generale crescono in modo deciso non solo le esportazioni di manifatture che costituisco il 95% dell’export complessivo), ma anche le esportazioni dei prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (+52,3%), e quelle dei prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (+63,8%).  Nel 2015 sono cresciute le esportazioni della metalmeccanica e dei prodotti in metallo (mediamente nella misura del 15%).

La ritrovata competitività del tessuto manifatturiero pesarese si esprime anche nei settori di specializzazione come il mobile e la nautica. La nautica ad esempio vede raddoppiare le esportazioni rispetto allo stesso periodo del 2014. Un segnale incoraggiante che ridà fiducia e speranza ad un settore da tempi in crisi e sul quale l’attenzione della CNA non è mai calata.

Crescono a sorpresa anche le esportazioni nel settore del mobile che dopo anni di caduta libera registra un importante (+8,3%).

Nonostante il saldo tra imprese cessate e nuove imprese sia, seppur di poco positivo, purtroppo anche nel 2015 non si è arrestato ed anzi è proseguito il fenomeno di erosione del tessuto di imprese del territorio. Tante aziende, soprattutto le piccole, hanno continuato in silenzio a chiudere i battenti. In questi ultimi quattro anni se ne sono perse oltre 3mila. Una cifra impressionante per una realtà fatta di tante piccole e piccolissime imprese. Altre sono tutt’ora in grave difficoltà mentre tante persone hanno perso il posto di lavoro e altre sono ancora in cassa integrazione.

 

Ma, come detto, non mancano i segnali positivi che sono arrivati soprattutto sul fronte delle esportazioni e dei fatturati che, nonostante la crisi internazionale, hanno continuato a crescere.

“Un segnale positivo – commentano Alberto Barilari e Moreno Bordoni, rispettivamente presidente e segretario provinciale della CNA di Pesaro e Urbino – che ci rincuora a metà e che può cercare di infondere un pò di fiducia tra gli imprenditori”.

 

“Se il nostro made in Italy continua ad incrociare alcune congiunture positive (la flessione del dollaro, la diminuzione del costo del petrolio, etc.) – dice in particolare Bordoni – le esportazioni potrebbero aumentare ancora. Ed è per questo che CNA guarda con attenzione ai mercati esteri e alle opportunità offerti da questi per i propri associati. Grazie soprattutto all’export in provincia di Pesaro e Urbino stanno tenendo alcuni settori storici: la meccanica in primis e la manifattura”.

 

“Ma – come ricorda il presidente Barilari –  sono ancora in leggero affanno alcuni settori come il tessile, l’autotrasporto ed in parte il mobile nonostante incentivi e bonus fiscali. Vanno un po’ meglio come detto il mobile, la nautica. Mentre va meglio l’accoglienza turistica e parte della ristorazione”.

 

“In questa fase difficile – concludono Barilari e Bordoni – la CNA continua ad essere impegnata per cercare di sostenere le proprie imprese, anche a livello istituzionale. Sul fronte degli appalti raccomandiamo agli Enti pubblici l’istituzione di una corsia preferenziale per le piccole imprese negli appalti pubblici attraverso la creazione di apposite liste di aziende del territorio per la partecipazione a gare nei lavori con importi inferiori al milione di euro. Per quanto riguarda il pagamento di lavori e/o forniture dagli enti pubblici alle imprese, chiediamo  che vengano concessi pagamenti entro tempi ragionevoli. LA CNA invoca inoltre da tempo una forte riduzione della burocrazia a carico delle imprese ed una riduzione della spesa pubblica improduttiva. Decisiva su tutte è però la questione del credito. In questa fase occorre che gli istituti di credito garantiscano finanziamenti alle imprese. CNA considera ancora strategico e centrale il ruolo dei Confidi regionali, che va ulteriormente rafforzato”.

Pesaro 4/01/2016

CNA di Pesaro e Urbino

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