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“Polverigi e la Shoah”

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E’ stato presentato ieri pomeriggio 1° febbraio nella sala consiliare del Comune di Polverigi (AN)
il libro “Polverigi e la Shoah”, quaderno n° 17 della Mediateca comunale “Gualtiero Giamagli”.
Alla presenza del presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo, del sindaco
Daniele Carnevali, del generale Massimo Coltrinari e di numerose autorità, è stato portato
all’attenzione di tutti che a Polverigi non ci fu soltanto il caso della famiglia Pigliapoco entrata di
diritto nel gruppo dei “Giusti tra le Nazioni” e quindi poi conosciuto da tutti, ma molti altri episodi
e soprattutto molte altre famiglie che rischiando direttamente la propria vita hanno salvato altre
famiglie ebree da una sicura deportazione e quindi dalla morte. Sono state raccolte, piano
piano, scoprendo un caso alla volta, le testimonianze dirette di chi ha vissuto nascosto nel
paese quegli anni della Seconda Guerra Mondiale, nella paura di essere deportato in qualche
campo di concentramento, testimonianze che sono anche state scritte e tramandate ai
discendenti da parte di chi purtroppo non c’è più. Un’esperienza unica ed estremamente
interessante per i ricercatori che hanno messo in evidenza ancora una volta l’indole pacifista del
paese in provincia di Ancona.
“Dobbiamo tenere a mente – ha detto nel suo saluto il sindaco Daniele Carnevali – che nessuno
può arrogarsi il diritto di decidere della vita e della morte di un altro essere umano solamente
perché diverso, perché diversi prima o poi lo saremo anche noi. Per questo assume ancora più
importanza celebrare questa giornata dedicata alla presentazione del quaderno della
Mediateca comunale. I nostri concittadini, al tempo della guerra, con episodi virtuosi hanno
nascosto dalle forze nazifasciste gli ebrei perseguitati e ho scoperto che tra queste storie c’è
anche quella di mio nonno e questo mi fa veramente piacere”.
“Ci tenevo a esserci – ha detto il presidente dell’Assemblea legislativa regionale Antonio
Mastrovincenzo arrivato in tempi da record da Roma dove ha avuto una mattinata piuttosto
impegnativa tra il Consiglio Stato Regioni e con l’incontro con il presidente dell’Unicef Italia –
perché in questi anni, come Consiglio della Regione, nel Giorno della Memoria ci siamo
impegnati tantissimo, istituendo anche un Tavolo della Memoria con tutti i soggetti interessati e
coinvolti con questa tematica. La prima cosa che abbiamo pensato di fare, dal 2015, è stata
quella di studiare e approfondire quanto la Shoah avesse interessato la nostra regione e gli
studi sono stati pubblicati nei Quaderni del Consiglio. E così abbiamo verificato che nelle
Marche non c’era una pietra d’inciampo e abbiamo cominciato noi, grazie alla collaborazione
con Gunter Demnig, l’artista tedesco che le ha ideate e le ha incastonate in tutte le città
d’Europa e ora ne abbiamo diciassette, sedici ad Ancona e una a Ostra Vetere. Con questo
lavoro avete aggiunto un tassello rendendo note quante famiglie qui hanno contribuito a salvare
vite umane. Qui a Polverigi soltanto i Pigliapoco sono annoverati tra i Giusti, invece credo che
tanti dovrebbero essere riconosciuti, perché sono tante le famiglie nella nostra regione che si
sono impegnate in questo. Il Talmud, che è il testo che raccoglie molte frasi dei rabbini, dice che
salvare una vita umana è salvare l’intero mondo. Mai come in questo periodo questa frase
ricorre forte e dovremmo sentirla tutti fortemente nel nostro animo e dovrebbe essere la nostra
bussola per la vita quotidiana della nostra comunità. Quindi grazie a voi e grazie a questo libro
nel quale ricordate queste figure che devono essere degli esempi per la nostra vita di cittadini e
parlo anche come rappresentante delle istituzioni”.

“Il nostro quaderno – ha spiegato Sergio Rigotti, presidente della Mediateca di Polverigi – è stato
frutto di un anno di ricerca di tre persone della Mediateca con il supporto di Massimo Paesani
che è un po’ la memoria storica di Polverigi e siamo riusciti a rintracciare eredi e vicende. Dopo
un anno presentiamo questo quaderno che è sostanzialmente diviso in tre parti: la prima è di
carattere storico e illustra e spiega la storia del popolo ebreo fin dall’antichità; la seconda è una
finestra sulla vita della comunità ebraica di Ancona e sulla storia delle leggi razziali e delle loro
conseguenze; la terza, invece, illustra quanto accaduto a Polverigi e il comportamento dei suoi
abitanti dal settembre 1943 al luglio 1944. Non sapevamo nulla di alcuni casi, ne avevamo
sentito vagamente parlare, ma non avevamo sicura materia per poter lavorare. Oggi siamo
sicuri di non aver esaurito tutta la nostra ricerca. Sappiamo ad esempio e l’abbiamo scoperto
solo tre giorni fa, che c’è un ulteriore caso, rimasto semisconosciuto, di un insegnante che a
quel tempo è stato nascosto in casa Radini in contrada Venetica. Da tutti questi casi e dalle
testimonianze che abbiamo raccolto tra gli eredi di chi ha nascosto ebrei nelle proprie abitazioni
è venuto fuori il racconto che evidenzia il valore morale e civile di persone comuni che hanno
preferito l’aiuto a loro simili, alle disposizioni di legge non solo sbagliate, ma che portavano
direttamente alla deportazione e alla morte”.
E’ stato, quindi, proiettato il contributo alla discussione da parte del presidente della Comunità
Ebraica di Ancona Marco Ascoli Marchetti, presente a Polverigi nella mattinata di venerdì
perché l’orario pomeridiano della presentazione del quaderno coincideva con l’inizio del sabato
ebraico. Gli altri autori della pubblicazione, Leonello Falaschi e Cristiana Carnevali hanno
riportato alla sala la propria esperienza, così come hanno fatto alcuni dei presenti tra il
numerosissimo pubblico, coinvolti direttamente, a vario titolo, non solo per l’argomento, ma
anche per le storie raccontate e non senza emozione. Un’ultima nota positiva viene dalla
presenza di tantissimi ragazzi delle scuole medie che hanno seguito il pomeriggio con grande
attenzione.

CRISTIANA CARNEVALI