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CNA Terr.le Macerata: artigiani lavorano 225 giorni all’anno per pagare le tasse

A Macerata, nel 2018, un imprenditore artigiano medio paga il 61,7% di tasse (nel 2017 era il
61,5% mentre nel 2011 il 59,5%), potendo contare su un reddito di poco superiore ai 19 mila euro.
Il 12 agosto festeggerà il Tax Free Day, giorno della liberazione dalle tasse, smettendo di lavorare
per il fisco e iniziando a guadagnare per se stesso e la sua impresa. A conti fatti, vuol dire che lo
stesso imprenditore nel 2018 lavora 225 giorni per pagare i tributi, mentre sono solo 140 i giorni
lavorativi da cui può trarre un guadagno da destinare, ad esempio, ai consumi familiari. *
Sono gli esiti dello studio dell’Osservatorio sulla Tassazione delle Pmi, condotto per il quinto anno
da CNA Nazionale su 137 comuni italiani, compresi tutti i capoluoghi di provincia. Nella classifica
stilata Macerata si posiziona all’82esimo posto (perdendo due posizioni sul 2017) su 137 comuni
analizzati, dove al primo posto c’è Gorizia (già “liberata” dalle tasse il 14 luglio) con il 53,8% di
tassazione e all’ultimo Reggio Calabria con il 73,4% (per la quale la liberazione scatterà non
prima del 24 settembre).
Lo studio dell’Osservatorio nazionale “parla chiaro – dice il Presidente CNA Territoriale
Giorgio Ligliani – la pressione fiscale media sulle pmi maceratesi cresce dello 0,2%. Negli ultimi
anni il picco negativo è stato raggiunto nel 2014, quando l’imposizione era al 64,8% e il reddito
annuo era poco più di 17.500 euro. A questo proposito segnaliamo che il reddito medio
dell’imprenditore tipo a Macerata è sceso, dal 2011 ad oggi, di ben 1.100 euro. La pressione
fiscale del capoluogo maceratese è superiore alla media nazionale, che è del 61,4% con un trend di
crescita”. “Dall’analisi condotta – aggiunge Ligliani – emerge in maniera netta come
l’applicazione di alcuni dei correttivi segnalati dalla CNA potrebbero invertire una tendenza
pericolosa, che vede l’imprenditore lavorare sempre più per un’ingombrante socio pubblico invece
che per i bisogni suoi e della propria attività”.
“La crescita della pressione fiscale sulle pmi non è ineluttabile – annuncia il Direttore Generale
della CNA di Macerata Luciano Ramadori – infatti l’applicazione contemporanea di tre tra le
misure suggerite da CNA determinerebbe un calo dell’imposizione fino al 53,5%. Per questo
chiediamo l’aumento della franchigia Irap da 13 a 30 mila euro, l’adozione del regime Iri al 24%
e, soprattutto, l’introduzione della totale deducibilità dell’Imu sui beni strumentali delle imprese,
cioè capannoni, laboratori, negozi. A questo – prosegue – si devono aggiungere l’introduzione
della Flat tax in modo progressivo e credibile, prevedendo la riduzione delle aliquote IRPEF a
partire da quelle più basse del 23% e del 27% ed eliminando la discriminazione attuale operata
dalle detrazioni da lavoro delle piccole imprese personali, oltre all’estensione del regime forfetario
a tutte le imprese individuali e professionisti con ricavi inferiori a 100.000 euro”.
CNA Macerata sostiene che, per riequilibrare un sistema fiscale insopportabile, sia necessario
garantire maggiore equità nel prelievo tra i diversi redditi da lavoro e invertire sensibilmente la
tendenza a trasferire sulle imprese gli oneri dei controlli, asfissianti per strutture leggere come
quelle delle piccole imprese, oltre ad usare in modo intelligente la leva fiscale per aumentare
domanda interna e investimenti.
*Stima riferita ad un’impresa individuale, con un impiegato e quattro operai, un laboratorio di 350 metri quadrati e un
negozio di 175, 431 mila euro di fatturato e 50 mila euro di utili.

 

Macerata, lì 18 luglio 2018 L’Ufficio Stampa