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SANITA’ E SPERIMENTAZIONI GESTIONALI PUBBLICO-PRIVATO: SERVONO DAVVERO?

A cosa servono sperimentazioni gestionali pubblico-privato nella sanità marchigiana? Cosa
deve contenere una legge che le disciplini? E soprattutto è questo il nuovo orizzonte della
sanità delle Marche?
Queste sono solo alcune, delle domande da fare alla Giunta regionale e al Consiglio che si
accinge a discutere la proposta di legge n. 145 che disciplina, appunto, le sperimentazioni
gestionali pubblico-privato in sanità.
Sulla PDL 145 le Segreterie di CGIL, CISL e UIL vogliono ribadire il loro giudizio critico e le
loro preoccupazioni rispetto all’impianto complessivo della legge: una legge che sembra
preludere a un cambiamento degli assetti del Servizio sanitario regionale e dello stesso
welfare marchigiano, con un massiccio ingresso di partner privati.
Innanzitutto la legge riconosce alla Giunta Regionale un’ampia autonomia decisionale, che
sfiora la discrezionalità, sull’adozione di sperimentazioni gestionali in tutti gli ambiti del
Servizio sanitario regionale, nonché in ambito sociale.
Riconosce poi condizioni di particolare favore ai soggetti privati che presentano progetti di
sperimentazioni gestionali e fa un generico richiamo agli enti del Terzo Settore, senza
tuttavia “privilegiare nell’area del settore privato il coinvolgimento delle organizzazioni non
lucrative di utilità sociale”, come esorta a fare la normativa nazionale.
Inoltre, si ritiene discutibile procedere all’adozione di una legge per disciplinare
sperimentazioni prima della definizione di un nuovo Piano Sanitario Regionale a cui far
riferimento per possibili modifiche degli assetti organizzativi relativi alla rete dei servizi
ospedalieri, territoriali e di prevenzione.
E’ poi fortemente lacunoso l’aspetto del monitoraggio e della verifica dei risultati delle
sperimentazioni: si prevede che la Giunta Regionale autorizzi l’attuazione di programmi di
sperimentazione gestionale di durata fino a 6 anni, condizionata a mere verifiche intermedie,
senza che ne sia stabilità alcuna cadenza, peraltro in contrasto con le norme nazionali che
stabiliscono verifiche annuali e, poi verifiche al termine del primo triennio di sperimentazione.
Infine, si ritiene indispensabile chiarire bene le modalità di utilizzo del personale pubblico
dipendente dal SSR nelle sperimentazioni gestionali.
Ma c’è un aspetto che lascia sbalorditi: il Consiglio regionale ha da poco iniziato a discutere
la proposta di legge ma ormai da settimane consiglieri regionali e dirigenti dell’ASUR hanno
annunciato che sono già state sottoscritte convenzioni con soggetti privati per la gestione di
ex ospedali come quello di Cagli e di Macerata Feltria.

E allora c’è da chiedersi qual è il vero senso di questa scelta? Perché, dopo aver tagliato
posti letto ospedalieri pubblici, quei posti vengono riattivati e assegnati in convenzione al
privato, fuori da un reale approfondimento dei criteri da utilizzare?
Quali sono i vantaggi in termini economici e di miglioramento dei servizi sanitari
marchigiani?
E che fine faranno i dipendenti pubblici delle strutture interessate dalle sperimentazioni?
Perché le scelte strategiche di questa Regione continuano ad essere fatte senza alcuna
trasparenza e chiarezza?
Sarebbe utile, e gradito, poter avere qualche risposta…

Ancona, 22 marzo 2018

CGIL CISL UIL Marche
(Barbaresi, Rossi, Fioretti)