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Bacheche vuote, vuoto d’idee!

Un’immagine plastica della fine della politica, politicante è data in questi tempi dal vuoto cosmico delle vecchie bacheche dei partiti. Ci siamo soffermati, qualche giorno addietro, a guardare le bacheche in una via del centro di una città marchigiana. Desolatamente vuote, come vuote sono oramai le proposte culturali, programmatiche elettorali e non. Prive di contenuto reale, immaginifiche, ridondanti, eccessive nella loro opacità e nella spropositata messe di promesse irrealizzabili. Una volta, seppure per un numero non eccessivo di lettori, queste bacheche stradali recavano la testimonianza di un pensiero, di un progetto, dello svilupparsi della vita politica del paese, fatta di macchiavellismi, ma anche di intese positive e propositive. La scomparsa dei giornali di partito, la crisi della carta stampata e il venir meno del finanziamento pubblico dei partiti ha travolto un mondo ed aperto la strada ad una nuova stagione, oramai imperante da tanto, il leaderismo. Un leaderismo spesso spocchioso, privo di reale carisma, fatto di non sempre sottili camarille, colpi bassi e vendette giocate sempre sulla pelle dei cittadini elettori. Allora il vuoto delle bacheche, il loro dire nulla è il nulla della politica attuale, tutta giocata sulle paure, le ansie amplificate a forza dei cittadini, spinti ad un voto dato irrazionalmente, con sempre meno possibilità di scelta e di ragionamento. Si vota la “fazione” in un novello gioco tra guelfi e ghibellini, fautori della difesa dei “confini” contro coloro, chi saranno poi, favorevoli all’immigrazione senza condizioni, i fautori della spesa, tutti, contro nessuno che si faccia carico di aggiornare gli italiani elettori sul peso del debito pubblico giunto alla soglia impronunciabile dei 2.230,400 mld di euro. Forse quel vuoto testimonia anche la difficoltà di comunicare, la difficoltà di rapportarsi alal realtà e rappresentarla per com’é agli italiani.

ARES