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Studiare la vita extraterrestre? Basta un tuffo nell’Adriatico

adriaticoModena – 13 luglio 2017 – Molte lune e pianeti presentano condizioni favorevoli alla vita, ma la vita extraterrestre potrebbe essere differente da quella che noi conosciamo. Ad esempio, gli organismi alieni potrebbero presentare una forma ed una chimica a noi poco familiari. Come, dunque, riconoscere la vita extraterrestre se questa differisce da quella sulla Terra?

 

Un team internazionale di scienziati guidato da Andrea Baucon (Università di Modena / UNESCO Geopark Naturtejo) risponde a questa domanda concentrandosi sulle tracce di interazione con il substrato. L’idea non è quella di cercare gli alieni, ma di individuare le loro tane, perforazioni, piste ed impronte. Secondo gli scienziati, queste strutture sono ideali per segnalare qualsiasi tipo di vita aliena, evidenziando così una nuova direzione di ricerca astrobiologica. I risultati sono pubblicati sull’ultimo numero di Earth-Science Reviews, un’autorevole rivista scientifica internazionale; sono stati inoltre presentati preliminarmente presso il principale centro di sviluppo e test tecnologico dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) a Noordwijk, Paesi Bassi (congresso EANA).

 

“Tracce come tane, perforazioni e piste sono prove dirette del comportamento di un organismo e, quindi, documentano la vita indipendentemente dalla biochimica del loro autore”, afferma Andrea Baucon. “Le tracce potrebbero perciò segnalare la vita extraterrestre anche qualora fosse diversa da quella a noi conosciuta”.

 

“Il sedimento può registrare l’attività di organismi relativamente grandi – si pensi alle impronte di dinosauro – ma anche di organismi microscopici” spiega Andrea Baucon. In alcuni bagnasciuga dell’Adriatico, i microorganismi ‘incollano’ la sabbia, producendo strutture che ricordano dei tappeti (tappeti microbialitici). Il nuovo studio compara i tappeti microbialitici dell’Adriatico con strutture simili osservate dai rover della NASA su Marte. “Non abbiamo ancora scoperto la vita extraterrestre, ma l’Adriatico potrebbe contribuire a raggiungere questo obiettivo: è un laboratorio astrobiologico a cielo aperto” spiega Andrea Baucon.

Il nuovo studio non spiega solamente perché sia importante cercare tracce extraterrestri; suggerisce anche cosa cercare e come trovarlo. “Tracce a meandri, simili a quelle lasciate da insetti e lumache terrestri, potrebbero essere diffuse su altre lune e pianeti” spiega Andrea Baucon. Meandreggiare è tra le strategie più efficienti per acquisire sostanze nutritive: “consente di coprire una superficie senza tornare sui propri passi”. Eventuali organismi alieni in cerca di cibo potrebbero quindi produrre tracce a meandri, indipendentemente dalla loro forma, dimensione e biochimica.

 

Le tracce potrebbero essere relativamente comuni in eventuali ecosistemi extraterrestri. Secondo il nuovo studio, lo stesso organismo può produrre innumerevoli tracce, ognuna delle quali può potenzialmente fossilizzare. “La presenza della lince e di altri animali elusivi viene determinata sulla base delle impronte lasciate nella neve; perché non fare lo stesso con le tracce aliene?” dice Andrea Baucon. “Le tracce di interazione con il substrato sono comuni sulla Terra, ed i loro fossili possono sopravvivere anche alle enormi pressioni e temperature generate dalla collisione fra continenti” spiega Andrea Baucon.

 

Il nuovo studio è supportato dal progetto ROSAE (http://rosaeproject.org) che si concentra sugli ambienti estremi. “Il nostro progetto è emozionante perché dimostra che l’icnologia – lo studio delle tracce fossili e moderne – permette di trovare la vita non solo negli ambienti più inospitali della Terra, ma anche al di fuori del nostro pianeta” afferma Andrea Baucon. “Studiando le tracce, gli scienziati potrebbero esplorare nuovi mondi, ricercare altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare laddove nessun uomo è mai giunto prima” dice Andrea Baucon, parafrasando Star Trek.

 

Contatti:

Andrea Baucon (paleobiologo e primo autore dello studio)

email: andrea@tracemaker.com

sito web: www.tracemaker.com

sito del progetto: http://rosaeproject.org

 

Citazione completa dello studio:

Baucon, A., Neto de Carvalho, C., Barbieri, R., Bernardini, F., Cavalazzi, B., Celani, A., Felletti, F., Ferretti, A., Schönlaub, H.P. Todaro, A., Tuniz, C. (2017). Organism-substrate interactions and astrobiology: Potential, models and methods. Earth-Science Reviews 171

web: http://www.tracemaker.com/
blog: http://geologyinart.blogspot.it/
ROSAE project: http://rosaeproject.org/
ResearchGate: https://www.researchgate.net/profile/Andrea_Baucon