Renzi e il canone gate
Non è decisamente un bel momento per il duo Renzi-Guidi, anche se ora hanno divorziato i malefici effetti
della commistione continua a spargere i suoi effetti. Il Canone TV nella forma di pagamento ideata dal MISE
è stato sonoramente bocciato dal Consiglio di Stato, ovviamente subito i pasdaran del PD si sono affrettati a
dire che è valido l’impianto e che sono buoni suggerimenti, la Boschi ha dichiarato che lei firma sempre
tutto e non ha colpe, resta la beffa.
Ma i rilievi della magistratura sono decisamente pesanti, innanzitutto pone l’accento su quello che è il
peccato originale, l’indefinizione del soggetto che viene assoggettato, la definizione di apparecchio uso alla
ricezione televisiva era facile negli anni ’50, dove esisteva solo il caro, vecchio tubo catodico, oggi
qualunque device è abilitato alla ricezione e riproduzione di contenuti televisivi. SkyGo e simili non
necessitano nemmeno di antenne, dovrebbero essere quindi tassati tutti gli smartphone, i computers, i
tablet? Veramente tentativi del famelico governo c’erano già stati, ma di fronte alle reazioni prevedibili
dell’opinione pubblica ci si era accontentati di lasciare impaludare il tutto in una zona grigia indefinita.
Nessuna normativa sulla privacy poi, cosa non da poco contando quanti attori devono scambiarsi dati per
arrivare alla riscossione del canone, purtroppo il pressapochismo pare essere nel DNA del governo PD a
guida Renzi, tanta tracotanza, poca sostanza. Ma non sarebbe piuttosto ora di superare questo sistema
medioevale di riscossione? Senza entrare o meno nel merito se sia il caso di pagare un canone ad una tv di
stato, non sarebbe più semplice fare rientrare il finanziamento che si vuole erogare alle reti nazionali nella
normale tassazione dello stato, magari aumentando di un qualche decimale l’aliquota diretta, e sgravando
aziende di servizi e contribuenti da inutili adempimenti? Cosa serve una tassa di scopo, fra l’altro di difficile
riscossione ed identificazione dei soggetti sottoposti al prelievo, se non a mantenere in vita il carrozzone
dei controlli e dei passacarte che il premier continua a dichiarare di voler sfoltire e semplificare? Come
sempre torna in auge il gattopardismo, si vuole cambiare tutto per non cambiare niente.
MAURIZIO DONINI