L’ Amore della vita
Si sono scritti fiumi di parole da millenni sulla parole Amore, poesie, drammi, tragedie, polpettoni e romanzi, da
quelli immortali a quelli rosa per zitelle avvizzite. Non per niente la parola Amore è spesso associato alla psicologia,
l’opera Amore e Psiche è una delle pièces teatrali più famose della storia. L’inscindibilità delle due parole risiede nella
imprevedibilità ed improvvisa immediatezza dell’Amore, qui sorgono già i primi problemi. L’imprevedibilità spaventa,
annienta la razionalità, coppie granitiche spazzate via in un niente dall’incontro di un attimo, magari neanche
consumato tra le lenzuola, e spesso si scappa da questo amore proprio per la paura che un evento improvviso
genera nella razionalità umana. La rivista Psychologies stessa ha indagato in maniera profonda sull’argomento.
Il mistero che lo avvolge, perché ci si innamora? Come sapere che l’altro/a è quello/a giusto/a? Diciamo che il
paradigma può essere “due metà di un cerchio perfetto”, c’è chi ha coniato la definizione che è perfetto “colui che
potrebbe stare ovunque, ma ha deciso di stare con te”, “due satelliti che girano assieme”, “Sole e Luna”, tralasciando
gli storici “Romeo e Giulietta” e “Renzo e Lucia” le cui storie oramai annoiano anche il bradipo del Madagascar, mi
piace pensare che “la metà perfetta” è “quella che ti fa sentire completo/a e che quando ti è a fianco fa apparire ogni
cosa al suo posto”.
Il “desiderio” perenne inteso non nel senso fisico, ma nel piacere di essere in “simbiosi”, condividere tutto e non
esaurire il rapporto in un paio di frettolosi incontri settimanali, magari veloci e poco soddisfacenti. Rubando la parola
a Monique Schneider, “Amare significa correre un rischio”, l’amore è paura, il timore che tutto sia così bello che se
finisse ne saresti distrutto, il dovere lasciarsi completamente andare, affidarsi all’altro.
Già dalla wishing list di cui sopra è facile capire come la ricerca della donna/uomo della vita sia pari alla possibilità di
avere un rapporto intimo a tre con una coppia di gemelle svedesi (o gemelli per par condicio), quindi spesso ci si
adatta, se non si può avere il 100% va bene anche il 70%, pulito, affidabile, o altrettanto spesso si aspetta, infarciti
dei romanzetti adolescenziali, parafrasando Fedez, “sapessi quante ne ho viste di scalatrici sociali regalano due di
picche aspettando un re di denari quante volte ad un “ti amo” hai risposto “no, non posso”; a furia di aspettare e di
non accontentarsi nemmeno del 80-90%, ti ritrovi un giorno a dover ripiegare su un 60%, come curare ebola con una
aspirina insomma.
L’amore della vita è quello che non passa malgrado tutto, che prima o poi ritorna, se non in essere , in sogno o nei
ricordi, o nel tempo con cui comunque dovrai fare i conti, la clessidra gira sempre e solo in un verso, è quello magari
mai neanche consumato, solo percepito, il momento in cui tutto il resto si è dissolto per restare a galleggiare
nell’aria. Il profumo che ti rimane addosso . Caratteristica pregnante e decisiva è che, se ti capiterà di incontrarlo,
succederà nel momento sbagliato, la Legge di Murphy non sbaglia mai, le statistiche matematiche nemmeno, il
proverbio che la fortuna è cieca, ma la sfortuna ci vede benissimo, altrettanto sicuro.
Per concludere, tutto quanto sopra è valido nel caso quanto mai improbabile che l’amore esista, se invece ritenete
che molto più prosaicamente esistano la convenienza e l’arrivismo, allora dalla lettera A saltate direttamente alla M
di mutuo e alla B di bollette.
MAURIZIO DONINI