Fra fede e ateismo da Papa Bergoglio a Scalfari
Negli anni ’70 questa scritta apparve ovunque generando un tormentone di molteplici interpretazioni,
sembra stesse perfino a significare non una invocazione religiosa, ma la presenza di uno spacciatore in
zona.
La domanda è meno capziosa ed inutile di quanto potrebbe a prima vista sembrare, questo stesso sillogismo
è stato all’origine del pubblico scambio epistolare tra Scalfari e Papa Francesco che qualche tempo fa destò
tanto scalpore sfociando addirittura in un libro dedicato. L’esistenza di una divinità che tutto vede e
provvede è oggetto di discussione da sempre, una presenza che è verità e negazione assieme, il perfetto
ossimoro della vita umana. Come provare al di là di ogni ragionevole dubbio, e per par condicio, negare in
assoluto, l’esistenza o meno di un essere superiore tanto onnipotente quanto intangibile, che della propria
astrattezza fa la sua forza e la sua debolezza?
Fra credenti fanatici ed atei altrettanto maniaci, gli agnostici (senza conoscenza), si pongono invece la
domanda di cui sopra, come provare o negare la presenza divina? Uno dei cardini della fede era che la Terra
fosse al centro dell’Universo e gli uomini fossero quindi, proprio per la loro centralità, il popolo eletto. La
rivoluzione Galileiana, con annessa scomunica, fu un evento devastante ponendo gli uomini in un piccolo
sasso alla deriva in universo infinito che viene, oggi, valutato nel 5% di tutto l’esistente. Altro nodo da
sciogliere è l’evoluzione darwiniana, come conciliare il tragitto generazionale dallo scimmione all’homo
sapiens con la creazione di un uomo ed una donna perfetti come nelle fiction di casa Mediaset creati fra
filari di meli? Forse che in un attimo di stanchezza il Creatore invece di una coppia modello Beautiful mise
assieme solo un paio di pelosi gibboni che si penzolavano dalle liane sbucciando banane invece di cogliere
mele offerte da voluttuosi serpenti tentatori? Ma dovremmo anche chiederci, in attesa dell’attesa soluzione
al tormentone secolare riguardante il fantomatico bosone di Higgs, come sia scoccata, nel brodo primordiale,
la scintilla che ha dato origine alla vita, altro mistero insoluto. Secondo la religione dobbiamo credere in
base alla fede, vengono dati dogmi che come tali prevedono l’accettazione totale e acritica, viceversa la
scienza pretende di spiegare tutto sulla base di dati oggettivi ed inconfutabili, ma senza mai riuscirci
veramente, insomma un vero e proprio ossimoro. E’ anche vero che una buona parte di chi si dichiara ateo
afferma, comunque, di credere in qualche esistenza astrale superiore non meglio specificato, forse la paura
che la vita terrena sia “solo” terrena cerca rifugio consolatorio in una speranza di reincarnazione?
Molti dei dubbi avanzati da parte dei credenti pongono l’accento sul fatto che senza fede non ci sarebbero
freni morali all’azione dell’uomo, opinione che ad esempio viene contestata aspramente da Vincent Peillon
che si appella alla “morale repubblicana” e da altri esponenti della società che rimarcano l’esistenza di una
morale laica. Ma perché forse, senza un “credo” interiore dovremmo sentirci autorizzati a violare la legge
del bene comune e della vita sociale? Dovremmo considerare che chi non è credente si senta autorizzato a
tenere comportamenti socialmente disdicevoli, per quanto legalmente concessi?
Sicuramente lo scambio epistolare tra il deus ex-machina di Repubblica e Papa Bergoglio ha aperto le porte
non tanto ad un dibattito, che è sempre esistito sull’argomento, ma ad un dialogo concettualmente aperto e
civile, intriso di tolleranza, cui non siamo abituati quando si tratta di argomenti religiosi. La maggioranza
delle guerre e dei milioni di morti provocati dalla follia armata dell’umanità è dovuta a motivi religiosi e non
solo in paesi considerati “terzo mondo”, l’Europa stessa è stata squassata per centinaia di anni dalle scorrerie
di eserciti che issavano vessilli divini sulla punta delle lance, e la tragedia dell’Irlanda del Nord è ancora
molto, ma molto fresca. Rispetto delle idee, convivenza civile tra opinioni diverse, morali fondate sul vivere
assieme, questi sono valori che formano la storia dell’umanità al di là che si voglia o non voglia credere che
lassù, oltre alle stelle, ci sia qualcuno che ci guarda con occhio più o meno distratto.
MAURIZIO DONINI