Matteo Salvini tra razzismo e pressapochismo
Beata è l’ignoranza e Socrate dixit “L’ignoranza è l’origine di tutti i mali.”
Mai come in questi ultimi giorni il dibattito sui migranti è stato così denso, le interviste di alcuni
autorevoli rappresentanti della Chiesa cattolica, peraltro poi “opportunamente” rimosse dai siti,
hanno scatenato una serie di accese polemiche. Oltre gli stizziti commenti del governo Renzi, che in
quanto a permalosità non è da meno dei passati governi Berlusconi, immancabili sono arrivate le
solite triviali parole di Matteo Salvini. Nemmeno nelle epoche di scontro più duro fra fazioni si
ricorda un politico nazionale intimare ai vescovi di “non rompere le palle”.
Se avessimo un nostrano Who’s who alla voce Matteo Salvini cosa troveremmo? Assurto alla carica
di segretario della Lega per una fortunata serie di circostanze, fin dalla più tenera età era assurto alle
cronache per avere proposto di trasformare Milano, la cosiddetta capitale morale ed economica del
bel paese, in una sorta di Alabama del XXI secolo. La proposta che lo portò sotto i riflettori era di
creare vagoni di metropolitana solo per extra-comunitari, una sorta di idea che più che bizzarra si
può solo definire inquietante se non totalmente aberrante. Anzi per la precisione il buon Matteo
divideva tra milanesi ed “altri” quindi accomunando extra-comunitari e “terun” presumiamo. A dire
il vero l’idea era stata della sua compagna di vita, al secolo Raffaella Piccinni, subito accolta dal
rampante Matteo .
Perso il vagone dell’apartheid, il vulcanico Salvini si lancia come un novello Schwarzenegger sulla
nuova linea del coprifuoco serale, probabilmente garantito dagli spadoni e dalle alabarde delle
ronde leghiste di vecchia memoria, le baionette paiono destinate alla secessione, tesi allora
prontamente sposata dalla giunta Moratti e dal vice-sindaco ex-An De Corato, d’altronde come
dicono in Toscana si sa che la madre dei bischeri….; ma tornando a noi ovviamente adesso si
rimangia tutto puntando ad attrarre i voti dei giovani dichiara che riaprirà tutta la città riempiendola
con feste e lazzi e chissà che altro, venendo accusato di scarsa coerenza perfino proprio dallo stesso
De Corato.
Se questa fosse la sua autobiografia ce ne sarebbe già abbastanza per interrompere la lettura e
dedicarsi ad altre attività più appaganti, ma la fantasia del nostro “lumbard” non ha limiti, il nuovo
mantra della Lega 2.0 è che il 75% delle tasse pagate restino in regione e non solo un terzo come
secondo lui avviene adesso. Ora senza portare i numeri in questa sede, ma i conti sono facilmente
reperibili, la percentuale che torna in regione è del 66% senza considerare altre aggiunte,
percentuale che sale al 72% per il Veneto e addirittura al 88% nel Piemonte, che dovrebbe quindi
rendere al resto del paese un bel 13%!!
«Senti che puzza, scappano anche i cani. Stanno arrivando i napoletani… Oh colerosi,
terremotati… Voi col sapone non vi siete mai lavati». In piena vena conviviale, pensando forse di
proporre una sorta di Canzonissima padana, il nostro Matteo con questa canzone pensò di ravvivare
l’atmosfera da sottocultura primordiale di un raduno di Pontida, salvo poi dichiarare di avere
cambiato idea nel corso degli anni, ma i napoletani dimostrarono invece di avere memoria lunga.
MAURIZIO DONINI