Attualità a cura di Maurizio Donini

Addio classe media, scomparso l’ascensore sociale!

000fineclassemediaDisoccupati, precari, interinali, salassati, tra accise e prelievi è naufragato il sogno italiano di casa, famiglia e

vacanze, seppellito sotto la scure del mitologico spread, asservito al potere della banche e delle

multinazionali. Il sogno degli italiani di partire dal basso per scalare le caste sociali ed arrivare al traguardo

socialmente accettabile della casa di proprietà, con la vacanza in agosto, un lavoro sicuro, il miraggio di

passare da Cenerentola del proletariato a Principessa della classe media è tristemente affondato nei 19

anni di governo del caimano, che ha ben proseguito nei disastri creati dalla balena bianca e che ha cercato

riparo, senza riuscirci, nello smacchiare il giaguaro. Un insieme zoologico che sembra più uscito dalla

fantasia di Rudyard Kipling che dalla realtà politica italiana, dove non si intravede ancora un giovane Kim

che si erga a novello re della giungla nostrana portando pace e benessere, e tantomeno pare essere il

nuovo alfiere il monello di Firenze che raramente passa dagli annunci ai fatti.

Cenerentola era l’italiano medio, scuola, magari un sereno percorso universitario, poi un lavoro sicuro che

di norma durava tutta la vita, il mutuo per la prima casa, la famiglia e la messa alla domenica mattina, le

intoccabili vacanze in agosto, magari la settimana bianca se ci si riusciva. Cosa è rimasto dei nostri sogni e

dei nostri ideali? L’olezzo del berlusconismo ha spazzato via tutto fra conti impazziti e morale deviata,

adesso alla porta di Cenerentola  bussano tanti principi azzurri che promettono di “farci vivere 100 anni

felici e contenti”, fra corse a doni che non sono più cavalli bianchi o castelli incantanti, ma rimborsi IMU od

altrettanti improbabili cali di tasse, ma il loro bacio non risveglia più la Bella addormentata nel bosco, nei

panni dell’elettore deluso la Bella addormentata resta a casa senza neanche più cercare di cambiare la

situazione accontentandosi di un galleggiare affannoso tra bollette e conti da pagare.

Cenerentola se ne è andata via, invece del castello bianco nella nebbiosa padania preferisce andare oltre

confine in cerca di quelle che non sono più avventure o salti al buio, ma quasi certezze di soddisfazioni

morali ed economiche ben più pregnanti del desolante panorama italiano florido di sole leggi ad-personam

o riforme che gattopardescamente cambiano tutto per non cambiare niente. La memoria degli italiani è

purtroppo corta, dimentichiamo in fretta il passato, la memoria trimestrale del pesce rosso pare perfino

ottimistica rispetto al nostrano “scurdammece o passato”.

Cenerentola rappresenta metaforicamente il riscatto, l’uscita da una vita od un periodo buio per assurgere

a nuovi traguardi, ma chi fra i cittadini del “bel paese” spera ancora in un futuro roseo che non sia solo il

raggiungimento di una triste pensione?

MAURIZIO DONINI