Addio classe media, scomparso l’ascensore sociale!
Disoccupati, precari, interinali, salassati, tra accise e prelievi è naufragato il sogno italiano di casa, famiglia e
vacanze, seppellito sotto la scure del mitologico spread, asservito al potere della banche e delle
multinazionali. Il sogno degli italiani di partire dal basso per scalare le caste sociali ed arrivare al traguardo
socialmente accettabile della casa di proprietà, con la vacanza in agosto, un lavoro sicuro, il miraggio di
passare da Cenerentola del proletariato a Principessa della classe media è tristemente affondato nei 19
anni di governo del caimano, che ha ben proseguito nei disastri creati dalla balena bianca e che ha cercato
riparo, senza riuscirci, nello smacchiare il giaguaro. Un insieme zoologico che sembra più uscito dalla
fantasia di Rudyard Kipling che dalla realtà politica italiana, dove non si intravede ancora un giovane Kim
che si erga a novello re della giungla nostrana portando pace e benessere, e tantomeno pare essere il
nuovo alfiere il monello di Firenze che raramente passa dagli annunci ai fatti.
Cenerentola era l’italiano medio, scuola, magari un sereno percorso universitario, poi un lavoro sicuro che
di norma durava tutta la vita, il mutuo per la prima casa, la famiglia e la messa alla domenica mattina, le
intoccabili vacanze in agosto, magari la settimana bianca se ci si riusciva. Cosa è rimasto dei nostri sogni e
dei nostri ideali? L’olezzo del berlusconismo ha spazzato via tutto fra conti impazziti e morale deviata,
adesso alla porta di Cenerentola bussano tanti principi azzurri che promettono di “farci vivere 100 anni
felici e contenti”, fra corse a doni che non sono più cavalli bianchi o castelli incantanti, ma rimborsi IMU od
altrettanti improbabili cali di tasse, ma il loro bacio non risveglia più la Bella addormentata nel bosco, nei
panni dell’elettore deluso la Bella addormentata resta a casa senza neanche più cercare di cambiare la
situazione accontentandosi di un galleggiare affannoso tra bollette e conti da pagare.
Cenerentola se ne è andata via, invece del castello bianco nella nebbiosa padania preferisce andare oltre
confine in cerca di quelle che non sono più avventure o salti al buio, ma quasi certezze di soddisfazioni
morali ed economiche ben più pregnanti del desolante panorama italiano florido di sole leggi ad-personam
o riforme che gattopardescamente cambiano tutto per non cambiare niente. La memoria degli italiani è
purtroppo corta, dimentichiamo in fretta il passato, la memoria trimestrale del pesce rosso pare perfino
ottimistica rispetto al nostrano “scurdammece o passato”.
Cenerentola rappresenta metaforicamente il riscatto, l’uscita da una vita od un periodo buio per assurgere
a nuovi traguardi, ma chi fra i cittadini del “bel paese” spera ancora in un futuro roseo che non sia solo il
raggiungimento di una triste pensione?
MAURIZIO DONINI