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EDILIZIA IN TILT: LE PARTI SOCIALI CONTRO IL DL 11/23 CHE METTE DEFINITIVAMENTE LA PAROLA FINE AL SUPERBONUS

Con il blocco delle cessioni ci sarà una grave crisi sociale ed economica

per migliaia di famiglie e imprese

«Con un colpo di spugna in poche ore hanno deciso il destino di migliaia di cittadini
– proprietari di immobili, lavoratori e imprenditori dei settori edilizia e impianti –
esponendo 25mila imprese a rischio fallimento e 130mila disoccupati a livello
nazionale, dati che nelle Marche si traducono in 1’300 imprese coinvolte e quasi
7mila lavoratori a rischio» affermano le principali Associazioni di categoria
regionali.
«Decisioni prese senza comprendere realmente l’ecatombe che queste scelte
genereranno per l’intera filiera dell’edilizia e, soprattutto, sottovalutando
totalmente le ripercussioni sociali che queste scelte scellerate produrranno.
Tutto in nome di un impatto sul debito pubblico ancora prima di averne reale
contezza, dato che Istat non si è ancora espresso riguardo la classificazione dei
crediti fiscali».
Numerosi studi (ANCE, CNA, Nomisma, Censis etc.) hanno illustrato gli effetti
positivi dei bonus edilizi sui bilanci nazionali, dimostrando che il costo effettivo a
carico dello Stato è pari al 53% e che il 47% dei crediti fiscali rientra all’erario come
nuove tasse, IVA e contributi vari.
Per i rappresentanti marchigiani del comparto dell’edilizia e degli impianti «con il
DL pubblicato a tarda notte in G.U. arriva un “sentito riconoscimento” da parte del
Governo al settore delle costruzioni che, sfruttando il suo elevato effetto
moltiplicatore – 1 euro investito nelle costruzioni ne produce 3,5 nell’economia e
attiva circa 16.000 posti di lavoro – ha largamente riprovato il ruolo strategico
rivestito per traghettare il paese fuori dalla crisi economica innescata dalla
pandemia».
Stiamo parlando del Decreto Legge 16 febbraio 2023 n.11, che all’art. 1 vieta la
possibilità alle amministrazioni pubbliche di essere cessionari e chiarisce il tema
del "concorso in violazione" del cessionario nel caso in cui abbia svolto con
diligenza le procedure di controllo della documentazione. Le disposizioni
introdotte dall’art. 2 , invece, prevedono il blocco di qualunque operazione di
cessione del credito, fatti salvi gl’interventi per i quali, anteriormente alla data di
entrata in vigore della norma, risultino presentati i relativi titoli abilitativi o
comunicazione d’inizio lavori e, nel caso del sismabonus acquisti, risulti

regolarmente registrato il contratto preliminare o stipulato il rogito di
compravendita dell'unità immobiliare.

Il problema principale risiede nello stop al meccanismo delle cessioni che secondo
le Associazioni «rappresenta lo strumento essenziale per far funzionare le misure
d’incentivazione fiscale per il recupero del patrimonio edilizio esistente, senza
questo si blocca tutto».
Pertanto «serve un dietrofront immediato, altrimenti non raggiungeremo mai gli
obiettivi del “FitFor55” che richiederanno all’Italia di circa 1’100 mld di euro e che
mirano a sostituire le fonti fossili con il vettore elettrico.
Decarbonizzare gli edifici residenziali più energivori entro il 2050, solo nella nostra
regione, significa intervenire su 275’000 edifici (367 633 edifici totali da ISTAT di
cui più dell’75% si trova nelle classi energetiche D, E e F) nei prossimi 28 anni».
Un forte rischio investe, soprattutto, la Ricostruzione post sisma 2016, che subirà
un inevitabile arresto, e non da meno sarà la situazione degli immobili danneggiati
dai recenti eventi sismici che hanno ulteriormente colpito i nostri territori e per i
quali non è ancora stata prevista alcuna soluzione.
Inoltre, a fronte delle garanzie introdotte dal DL per i cessionari acquirenti – istituti
di credito e intermediari finanziari – che li solleva, di fatto, dalla responsabilità
solidale «non si comprende la decisione di escludere in partenza gli enti locali dalla
possibilità d’acquisto dei crediti incagliati».
«Dobbiamo avere risposte immediate e occorre aprire al più presto concrete
interlocuzioni al fine di individuare un’efficacie via d’uscita da questo disastro».
Così ANCE Marche, Confindustria Marche, CNA Marche, Confartigianato Marche,
CONFAPI Marche, Legacoop Marche e CLAAI Marche, annunciano la mobilitazione
della categoria e l’indizione degli Stati generali delle Costruzioni che
coinvolgeranno il Governo Regionale e i Parlamentari eletti nelle Marche.