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COME PREVENIRE LA CRISI E RESTARE SUL MERCATO: AD ANCONA ESPERTI E IMPRENDITORI A CONFRONTO

Oltre 400 persone si sono ritrovate oggi, alla Facoltà di Economia, per il convegno sulle nuove disposizioni di legge per scongiurare il default. Un’
iniziativa promossa dall’Ordine dei Commercialisti dorici. Il presidente Camillo Catana Vallemani: “Siamo di fronte a un cambiamento epocale. Serve
uno sforzo di adattamento per salvaguardare lo stato di salute delle aziende”
Intercettare tempestivamente i segnali della crisi per salvaguardare la continuità aziendale. Le nuove regole sono state dettate dal legislatore, che, con la riforma
del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, ha introdotto una serie di misure a cui devono scrupolosamente attenersi imprenditori, revisori e organi di
controllo.
Il tema complesso e di stretta attualità è stato analizzato oggi, sotto varie angolature, ad Ancona, nel convegno “Gli Adeguati assetti organizzativi: i doveri e le
responsabilità dell’organo amministrativo e di controllo”.
Rappresentanti del mondo delle professioni, docenti universitari, magistrati e imprenditori si sono ritrovati nella sede della Facoltà di Economia Giorgio Fuà dando
vita a un prezioso confronto sulle modalità di applicazione delle nuove disposizioni.
Promossa dall’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili di Ancona, con il patrocinio del Consiglio nazionale e dell’Unione regionale dei commercialisti ed
esperti contabili, di Confindustria Marche, dell’Università Politecnica delle Marche, della Camera di Commercio delle Marche e degli Ordini degli avvocati e dei
consulenti del lavoro di Ancona, l’iniziativa, particolarmente sentita, ha visto la partecipazione di oltre 400 persone, tra iscritti, ospiti e relatori.
“Con le nuove previsioni – ha affermato il presidente dei commercialisti anconetani, Camillo Catana Vallemani – il legislatore ha voluto creare i presupposti per
intercettare la crisi e consentire alle imprese di adottare in tempo utile correttivi funzionali alla salvaguardia della continuità aziendale. Un provvedimento
importante finalizzato anche a garantire la soddisfazione di tutti i portatori di interessi e la conservazione di migliaia di posti di lavoro. Siamo di fronte a un
cambiamento epocale e, come ogni cambiamento, le modifiche introdotte dalla normativa possono venire percepite come una difficoltà e un aggravio di costi. Ma
è essenziale comprendere l’utilità del nuovo modello organizzativo e fare uno sforzo di adattamento da parte di tutti”.
Al convegno è intervenuto anche il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti e degli esperti contabili, Elbano De Nuccio: “Un momento strategico – ha
detto – perché per comprendere la ricaduta in termini di efficienza di questa nuova normativa bisogna essere, in maniera coesa, collaborativi con tutte le categorie
professionali e con gli interlocutori istituzionali. Ritengo, però, che sia essenziale l’adozione di un medesimo protocollo di azione anche da parte di chi poi, per
legge, è preposto a valutare ex post le azioni poste in essere per il salvataggio delle aziende”.
La riforma è entrata in vigore lo scorso 15 luglio, dopo diversi rinvii, e a riceverla trova un contesto economico stressato da un’interminabile sequenza di fattori di
crisi, tutti imprevedibili, intervenuti senza soluzione di continuità, che ha reso difficile alla maggior parte delle imprese l’attuazione delle nuove misure necessarie
per poter disporre di adeguati assetti organizzativi, perché in molti casi le risorse finanziarie sono state dedicate a compensare l’aumento del costo dei fattori
produttivi, in un’ottica di resilienza.
Sul punto è intervenuto il presidente di Confindustria Ancona e vicepresidente di Confindustria Marche, Pierluigi Bocchini: “Questo cambiamento normativo – ha
commentato – si inserisce un momento storico particolarmente delicato. Per le piccole imprese, quelle meno strutturate, l’adeguamento ai nuovi assetti
organizzativi può rappresentare un ulteriore elemento di difficoltà. Tutti dovranno comunque organizzarsi per recepire i nuovi provvedimenti e sono certo che ce
la faranno. Il tessuto industriale marchigiano è forte, ha superato crisi peggiori rispetto a quella che stiamo vivendo e sono convinto che saprà allinearsi anche a
questi nuovi adempimenti”.