Attualità a cura di Maurizio Donini

Il barometro politico di Novembre 2022

Volenti o nolenti, felici o adirati, resta il fatto che per la prima volta nella storia repubblicana abbiamo un
governo di destra guidato dalla prima donna premier, su questo si sono già spesi fin troppi fiumi
d’inchiostro per aggiungerne altri. Ma ci sono parecchi punti interessanti che andrebbero sottolineati, in
primis il fatto che è scoppiata una sorta di luna di miele con l’elettorato, stando agli ultimi sondaggi FdI
arriva quasi a toccare il 29%, contestualmente il M5s ha iniziato a perdere qualche decimale, il PD
sprofonda sempre di più mentre guadagna Calenda, per non scordare l’ulteriore discesa della Lega.
Ci sono alcuni aspetti che sono evidenti da tempo, della Meloni si possono condividere o meno le idee, ma
è indiscutibile che sia divenuta una politica leader, identitaria, capace di coalizzare consenso e avere
seguito, ha imparato e applica la lezione muovendosi con sagacia e accortezza. Evidenzia i punti di forza e
sorvola sulle contraddizioni, evita di nominare in posti di comando possibili punti di debolezza, pur avendo
in essere un governo di livello medio-basso. Gli analisti politici sottolineano giustamente che al PD
servirebbe una Meloni di sinistra, invece si trovano stretti tra apparatčik allevati nella comfort zone del
partito fin da piccoli; professori intenti a dare lezioni a tutti; aristocratici e integralisti, ma davvero si pensa
che dopo il fallimento di Letta, si possa risollevare il partito con personaggi come la superba Schlein, il
presuntuoso Sala, funzionari come i vari Guerini, Orfini, Bonaccini? O personaggi da avanspettacolo come
Santori?
Il peccato originale del PD è conosciuto da anni, nella precedente tornata elettorale fu analizzata l’area di
voto dal Cattaneo, ne discussi con Valbuzzi e Pasquino e i dati erano evidenti e conformi a quest’ultima
elezione. Il PD prende voti nelle aree centrali della città e nel decile reddituale delle famiglie con almeno €
5.000 mensili; la sinistra raccoglie voti tra i benestanti e ha perso il contatto con il mondo reale. FdI ha
raccolto voti in tutte le classi sociali e di ageing, e di fronte a tutto questo il PD cosa fa? Ci mette 6 mesi per
fare l’ennesimo congresso… Al momento l’unica che può creare problemi alla Meloni è Giorgia stessa, la
discontinuità è ancora da vedere, le mascherine sono state confermate come se ci fosse ancora il tanto
criticato Speranza, graziare 3.000 medici no-vax non pare certo un cambiamento di rotta, la rotta
governativa è ancora tutta da valutare.
Per il resto è probabilmente finita l’onda del sud che ha spinto Giuseppe Conte al 16%, l’avvocato del
popolo ha costruito la campagna elettorale sul reddito di cittadinanza, promesse facili da fare quando sai
che non sarai mai al governo e quindi nessuno ti chiederà conto di mantenere le aspettative create. Ma
altrettanto misterioso è il motivo per cui Zaia e Fedriga, per citare due maggiorenti della Lega, sopportino
ancora la guida di Salvini. Superato anche da Azione, il relitto di Pontida continua a giocare con la favola dei
migranti, baloccandosi con confini immaginari, litigandosi la guardia costiera con Musumeci, un giorno si
sveglierà e scoprirà di essere nel 2022?
I giornaloni continuano anche loro a perdere copie in edicola, titoli che paiono più speranza che realtà,
nascondono fatti reali che si trovano invece nelle testate estere, limitandosi a pubblicare indiscrezioni che
si rivelano infondate e diffondendo pareri e voci a senso unico. Questa sorta di censura servirà? Il filosofo
conservatore inglese Roger Scruton, accostato spesso alla Meloni, scrive che “i censori lavorano sodo,
privando l’umanità del suo modo più naturale di disinnescare i conflitti, e imponendo a tutti noi un tipo di
deferenza apprensiva e cavillosa che, in verità, è assai più vicina all’ostilità di qualsiasi battuta scherzosa”.
MAURIZIO DONINI