Attualità a cura di Maurizio Donini

Emergenza gas – Intervista a Carlo Cosimi Presidente ANRA

La Commissione europea ha presentato, lo scorso 18 maggio 2022, il Piano “REPower EU” come
risposta alle difficoltà e alle perturbazioni nel mercato mondiale dell’energia causate dall’invasione
dell’Ucraina da parte della Russia. L’obiettivo del Piano è quello di trasformare il sistema
energetico europeo per porre fine alla dipendenza dell’Unione Europea dai combustibili fossili
della Russia e affrontare la crisi climatica. Si tratta di linee programmatiche i cui principali ambiti di
intervento, in materia energetica, sono: la diversificazione dell’approvvigionamento energetico,
l’efficienza energetica e l’accelerazione nella diffusione delle energie rinnovabili. Sull’argomento
ho intervistato Carlo Cosimi (Presidente ANRA – Associazione Nazionale dei Risk Manager):
Quali sono le criticità della crisi energetica?
L’elevato ricorso all’approvvigionamento energetico fuori dai propri confini nazionali rappresenta
una delle principali criticità dei paesi dell’Unione Europea e in particolare dell’Italia. Il nostro paese
ha un tasso di dipendenza energetica dall’estero pari al 73% del proprio fabbisogno nazionale
contro una media europea del 57%. Del fabbisogno energetico complessivo il 65% è rappresentato
dal gas naturale e dal petrolio di cui importiamo rispettivamente il 96% e il 90%.
Il fattore Russia quanto è importante per l’Italia?
Tra i principali fornitori di energia all’Italia troviamo al primo posto la Russia, che copre il 25% del
nostro fabbisogno energetico e da cui dipendiamo significativamente per il 40% di gas naturale e
per il 12% del petrolio. La dipendenza energetica con la Russia più critica è rappresentata dal gas
naturale che potrà essere ridotta, e completamente azzerata, soltanto in un arco temporale
variabile da 12 a 36 mesi ed a patto che il piano governativo di intervento sia rapido, efficiente e
non ritardato.
Come si può ovviare a un eventuale stop del gas russo?
Attualmente la continuità operativa del paese è assicurata da cinque gasdotti e da tre terminali di
rigassificazione offshore (FSRU – Floating, Storage and Regasification Unit) e da una capacità di
stoccaggio seconda solo alla Germania. Con la reale minaccia di riduzione dell’afflusso di gas russo
l’Italia dovrà procedere speditamente su vari fronti, come indicate nelle linee guida dello stesso
Piano “REPower EU”, ovvero nel breve termine i) immagazzinare più gas possibile negli stoccaggi
naturali ii) aumentare la capacità di trasporto con gli altri fornitori di gas dall’Algeria, Libia e
Azerbaijan) ripristinare l’operatività dei giacimenti in adriatico mentre nel medio termine
prevedere l’installazione di nuovi rigassificatori offshore FSRU di gas liquefatto e possibilità di
raddoppiare i gasdotti già esistenti.
Come Risk Manager avete una visione specifica delle problematiche, qual è la vostra visione?
Come ANRA ci auspichiamo che il piano di investimenti in nuovi impianti FSRU possa procedere
spedito e senza intoppi anche ricorrendo a misure legislative ad hoc atte a far prevalere gli
interessi strategici e nazionali sugli interessi delle comunità locali. A breve il sistema paese
potrebbe trovarsi a misurarsi con una dura prova ed è necessario un patto sociale tra imprese e
cittadini nell’essere tutti più efficienti e responsabili nell’utilizzo dell’energia. La capacità di gestire

questa emergenza avrà immediato riflesso nella struttura sociale ed economica nel paese in cui
l’inflazione ha già iniziato ad erodere i salari.
Secondo voi, l’Italia è pronta ad affrontare una crisi energetica come quella che si prospetta?
Come ANRA mentre osserviamo che alcune grandi aziende hanno già iniziato ad adottare piani di
efficienza e di impatto sostenibile dei loro consumi, moltissimo resta da fare nell’ambito delle
Piccole e Medie Imprese (PMI) italiane. Tra i maggiori ostacoli alla diffusione dell’efficienza
energetica nel comparto produttivo e manifatturiero italiano riscontriamo ancora una scarsa
conoscenza e l’assenza di strumenti utili alla realizzazione delle diagnosi energetiche. Mancano le
competenze e gli strumenti per l’efficienza energetica (audit energetici e implementazioni delle
azioni correttive). Nel prossimo futuro il successo delle PMI ed i loro risultati economico-finanziari
dipenderanno sempre più da fattori quali l’efficienza energetica, l’innovazione e la sostenibilità.
Puntare su una maggiore efficienza significa ridurre gli sprechi e diminuire le emissioni di CO2.
In previsione futura cosa possiamo aspettarci?
Siamo tutti consapevoli che il prossimo inverno sarà quello energeticamente più critico perché gli
investimenti auspicati a medio termine non potranno essere ancora operativi e sarà, dunque,
necessario intervenire solo sui consumi di energia. Sarà essenziale e vitale fare tutti la nostra parte
nell’accettare una serie di misure di contenimento dei consumi e ove necessario cambiare e
rendere le nostre abitudini più virtuose.
MAURIZIO DONINI