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Coldiretti Marche, crisi Ucraina: “In arrivo 224 milioni di aiuti per gli allevamenti”

Le aziende zootecniche sono quelle che più di tutte stanno avendo conseguenze dirette e indirette dal conflitto in Ucraina. Circa 48mila euro di spese in più per gli allevamenti bovini da latte, oltre 13mila euro per per capre e pecore fino a sfiorare i 100mila euro per il settore avicolo. Una crisi che riguarda, nelle Marche, oltre 16mila attività alle quali Coldiretti ha cercato di dare risposte andando in pressing sul Governo. “Ieri finalmente – spiega Alberto Frau, direttore di Coldiretti Marche – la Conferenza Stato Regioni ha sancito l’intesa sullo schema di decreto del Mipaaf che ha stanziato 80 milioni di euro per le filiere zootecniche colpite dall’aumento dei costi delle materie prime”. In particolare sono stati previsti 35 milioni per la filiera suinicola, 4 milioni per i vitelli allevati per almeno 4 mesi in Italia, 5 milioni per le razze bovine autoctone, 11 milioni per pecore o capre, 3 milioni per i conigli, 6 milioni per le galline ovaiole, 5 milioni per i tacchini, 10 per i polli e 1 milione per le imprese di trasformazione della filiera avicola. “Gli agricoltori dovranno presentare domanda all’Agea – aggiunge Frau – e nei nostri uffici possono trovare tutte le informazioni e l’aiuto del caso. Si tratta di un sostegno fondamentale per le aziende colpite da questa crisi internazionale dopo due anni di pandemia e vogliamo esprimere tutto il nostro apprezzamento a Coldiretti nazionale per essersi fatta interprete delle istanze dei territori e delle imprese ma anche al Governo per aver ascoltato il grido d’aiuto del comparto agricolo”. Previsti anche altri 144 milioni per vacche da latte, vacche a duplice attitudine, bufale e vitelloni di età 12-24 mesi macellati. “In questo caso – conclude Frau – il pagamento deve avvenire necessariamente entro il 30 settembre 2022. Per questo gli aiuti saranno inglobati nel pagamento accoppiato 2021 del settore zootecnico, attualmente in fase di erogazione da parte di Agea”. Previsti incrementi maggiori del premio per gli allevamenti in zona montana e per le bufale in considerazione della specificità di questi comparti e della conseguente maggiore esposizione agli effetti della crisi.