Attualità a cura di Maurizio Donini

Le nuove frontiere del sesso – Eyes wide shut come ha cambiato i festini

Capolavoro postumo di Stanley Kubrick, “Eyes wide shut” ha assunto un’importanza fondamentale
nell’immaginario erotico. Tralasciando la parte thrilleristica della trama, è indubbio come il
copione vada a sdoganare fantasie e sentimenti della coppia, rivelando l’onestà e la complicità che
può entrare a fare pare della sfera sessuale personale. Quali sono i motivi che hanno reso così
famoso questo capolavoro immaginifico dell’universo kubrickiano? Ci sono tratti caratteristici che
vanno a toccare punti salienti della fantasia sessuale, il rivelare desideri nascosti, la donna, essere
che quando confessa i suoi desideri più reconditi viene additata come una “facile”, qui diviene
l’icona designata. Il suo uomo forse si adira quando lei gli confessa le sue fantasie? Sapere che ha
desiderato un altro, anche se questo è rimasto un sogno nel cassetto aumenta l’eccitazione del
marito, l’orgoglio di sapere che la sua metà è oggetto di desiderio lo intriga. Ma la domanda
sospesa è: “Davvero desidero vedere mia moglie fare sesso con un altro?”
E’ un quesito che Kubrick non svela lasciando il tutto alla fantasia personale degli spettatori (e non
solo), ma non è solo questo a fare di Eyes Wide Shut un simbolo dell’erotismo. L’ambiente in cui
viene girato, l’atmosfera trasgressiva del gioco con la messa in campo del proprio corpo alla mercè
di occhi e mani sconosciuti. La maschera, una caratteristica del film che ha prodotto innumerevoli
cloni, un hotel ungherese, di cui non è dato sapere quali limiti esistano tra le mura, ha le cameriere
che si presentano in questa veste. Stiamo parlando di un accessorio che nella sua apparente
semplicità assurge al livello superiore del gioco sessuale, chi la indossa si sente protetto da un
anonimato che in realtà è più immaginato che vissuto, chi guarda la donna mascherata è
conquistato dall’alone di mistero che regala. D’altronde da sempre la maschera gioca un ruolo
fondamentale, nel 1638 il Comune di Venezia aprì la prima sala da gioco d’azzardo e tutti, eccetto i
croupier, erano soliti portare la maschera. Se girate un video a luci rosse non siete soliti indossare
una maschera forse? Solo per privacy o perché vi fa sentire più liberi di esprimere tutta la vostra
sessualità senza i legami dell’ortodossia sociale?
Ultimo punto focale del panorama erotico del film è la scena finale, cosa rappresenta? E’ stato solo
un sogno o realtà? La donna misteriosa era lei? Quante volte avete sognato una situazione, in
maniera talmente potente da svegliarvi e chiedersi se si era vissuta veramente o fosse solo una
visione onirica? Quanto può essere eccitante il dubbio se la propria donna si sia veramente
prestata a un gioco proibito? Kubrick, Cruise e la Kidman non danno una risposta assertiva, ma il
sasso che buttano nello stagno può essere raccolto da chiunque e rimesso in gioco…
MAURIZIO DONINI