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Proposta delle Comunità Energetiche

Stefano Fortuna
Consigliere Comunale
Mobile: 0039 347 12 34 172
mail: fortunastefano@gmail.com

Fermo, 29 APRILE 2021

UFFICIO PROTOCOLLO DEL COMUNE DI FERMO:
➢ Agli ill.mi: Presidente Consiglio Comunale
Sig. Francesco Trasatti
➢ Sindaco Comune di Fermo
Sig. Paolo Calcinaro
➢ Assessori competenti

PROPOSTA D’ATTO N. 10

Oggetto: Mozione sulle Comunità Energetiche
( Art. 27 comma1 Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale)

Premesso che:
➢ I cambiamenti climatici e il degrado ambientale rappresentano una minaccia enorme
per l’Europa e per il mondo. Una risposta forte a tali sfide viene data dalla
Commissione europea con “Il Green Deal europeo” individuando la strategia di
crescita mirata a trasformare l’Unione Europea in una società giusta e prospera,
dotata di un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva,
che nel 2050 non genererà emissioni nette di gas a effetto serra e in cui la crescita
economica sarà dissociata dall’uso delle risorse;
➢ al fine di sostenere al raggiungimento di tali obiettivi, nell’ambito del pacchetto “Clean
Energy for all ‘Uropeans” (Energia pulita per tutti i cittadini europei), su proposta della
Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio europeo hanno adottato la
cd. RED II, la Direttiva europea sulla promozione delle fonti rinnovabili (UE
2018/2001), che riconosce e promuove le configurazioni di Autoconsumo collettivo e di
Comunità energetiche;
➢ il dibattito sulle modalità per ridurre gli impatti e affrontare i rischi del cambiamento
climatico ha determinato la forte presa di posizione delle Istituzioni dell’Unione. La
Commissione europea ha proposto un innalzamento dell’obiettivo di riduzione delle

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emissioni di gas a effetto serra al 55% al 2030, mentre il Parlamento Europeo ha
rilanciato con un traguardo ancora più ambizioso, pari a una riduzione del 60%. I nuovi
target, molto più sfidanti rispetto a quelli già individuati, richiedono un maggior
impegno dell’Italia;
➢ la Commissione Europea raccomanda inoltre gli Stati membri di adottare misure
adeguate ad affrontare la “povertà energetica” – determinata da una combinazione di
basso reddito, elevata spesa per l’energia e scarsa efficienza energetica – una
problematica che rischia di affliggere fino all’11% dell’intera popolazione dell’Unione
Europea.
Tenuto conto che:
➢ in attesa della completa attuazione della disciplina della Direttiva RED II, con le
disposizioni contenute all’articolo 42-bis del decreto legge 30 dicembre 2019, n. 162,
convertito con modificazioni dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8, l’Italia ha disciplinato in
anticipo la fase di recepimento rendendo possibile la condivisione dell’energia elettrica
prodotta da impianti alimentati a fonti rinnovabili tra più cittadini;
➢ detta condivisione non era realizzabile in precedenza, poiché sussisteva il limite
normativo per cui l’energia prodotta da un impianto alimentato da fonte rinnovabile
fosse autoconsumata al massimo dall’utente presso il quale l’impianto era installato;
➢ attualmente, in virtù delle novelle richiamate in precedenza, i consumatori di energia
elettrica potranno quindi associarsi per realizzare configurazioni di Autoconsumo
collettivo, che può essere attivato da famiglie e altri soggetti che si trovano nello
stesso edificio o condominio, purché i soggetti diversi dalle famiglie non producano
energia come attività principale; Comunità energetiche, alle quali possono partecipare
persone fisiche, piccole e medie imprese, enti territoriali o autorità locali, comprese le
amministrazioni comunali, ubicati in un perimetro più ampio rispetto a quello
condominiale, purché siano tutti collegati alla medesima cabina di trasformazione
dell’energia di media/bassa tensione e la partecipazione alla Comunità di energia
rinnovabile non costituisca l’attività commerciale e industriale principale;
➢ in entrambi i casi, i consumatori di energia elettrica che si associano continuano a
mantenere il diritto di scegliere il proprio fornitore e di recedere in qualunque
momento dalla Comunità energetica o dagli autoconsumatori collettivi, e possono
eventualmente individuare un soggetto delegato, responsabile del riparto dell’energia
condivisa;
➢ ai membri che aderiscono alle configurazioni viene riconosciuto un beneficio diretto in
termini di riduzione dei costi in bolletta di alcune tariffe derivanti dal minor utilizzo del
sistema elettrico che è stato quantificato dall’ARERA in €10/ MWh, oltre a una
diminuzione del costo attribuito al consumo dell’energia essendo questa autoprodotta
e autoconsumata;
➢ oltre ai benefici diretti, le configurazioni vengono sostenute anche da una tariffa
incentivante individuata dal decreto ministeriale del Ministero dello sviluppo economico
in attuazione del summenzionato articolo 42-bis. La tariffa è erogata per un periodo
ventennale dal Gestore dei Servizi Energetici ed è strutturata per promuovere
l’autoconsumo anche tramite l’impiego dei sistemi di accumulo: infatti, premia solo la
quota parte di energia elettrica prodotta e autoconsumata virtualmente e sarà pari

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rispettivamente a 100 €/MWh per le configurazioni di autoconsumo collettivo e 110 €/
MWh per le comunità energetiche rinnovabili. La tariffa è riconosciuta agli impianti
entrati in esercizio dopo il 1° marzo 2020 e abbiano complessivamente una potenza
non superiore ai 200 kW;
➢ considerando l’effetto combinato dell’incentivo MISE, il beneficio diretto riconosciuto
da ARERA e il PUN (il prezzo all’ingrosso risparmiato dell’energia autoconsumata), si
arriva a un valore di 150-160 €/MWh sull’energia autoconsumata da impianti a fonti
rinnovabili: si tratta di un valore pari a oltre tre volte il prezzo normalmente pagato
“all’ingrosso” dell’energia (circa 50 €/ MWh), che spingerà quindi le configurazioni ad
orientare i propri consumi in maniera virtuosa e sostenibile per massimizzare
l’autoconsumo in loco;
➢ l’articolo 119 del decreto legge 19 maggio 2020 n. 34, convertito con modificazioni
dalla legge 17 luglio 2020, n. 77 (c. d. Decreto Rilancio), in caso di riqualificazione
complessa, che includa anche alcuni interventi sugli impianti o sull’involucro
(identificati dalle norme come interventi trainanti), stabilisce che è possibile accedere
alle detrazioni fiscali del 110% (c. d. Superbonus) anche per la realizzazione di
impianti fotovoltaici (o di sistemi di accumulo) nel contesto di Autoconsumo collettivo e
di Comunità energetiche, purché l’energia non autoconsumata o condivisa sia ceduta
al GSE. Per gli impianti fotovoltaici che accedono al Superbonus al 110%, la tariffa
incentivante ricordata è riconosciuta sulla produzione dovuta alla potenza eccedente
quella ammessa al Superbonus (pari a 20 kW di potenza);
➢ il summenzionato articolo ha inoltre introdotto ulteriori importanti novità: le
configurazioni non costituiranno svolgimento di attività commerciale abituale, con una
conseguente riduzione delle pratiche burocratiche necessarie alla loro
implementazione e operatività; la detrazione fiscale del 50% per gli impianti a fonti
rinnovabili è estesa da 20 a 200 kW per un ammontare complessivo d spesa non
superiore ai 96.000 euro – detrazione cumulabile con la tariffa incentivante.
Considerato che:
➢ i Cittadini, gli Enti pubblici e territoriali e le Pmi possono quindi attivarsi collettivamente
anche attraverso consistenti strumenti di incentivazione per sostenere la creazione di
tali configurazioni, che riducono i costi della bolletta elettrica attraverso lo spostamento
delle marginalità economiche del sistema energetico agli aderenti delle configurazioni,
alimentando la crescita economica, sostenibile e sociale. Ciò abbatte le emissioni
inquinanti e riduce i conseguenti impatti ambientali e sanitari, fortemente presenti nei
centri urbani;
➢ la riduzione dei costi in bolletta per i membri che aderiscono alle configurazioni può
essere lo strumento efficace da impiegare per affrontare il problema della povertà
energetica che colpisce in particolare le famiglie con disagio economico. Attualmente,
l’Italia si colloca alla 19° posizione, su 28, tra i paesi membri dell’Unione europea,
nell’Indice europea di povertà energetica 2019 e il bonus energia elettrica e gas, erogato
tramite sconto diretto in bolletta, risulta richiesto da appena il 30% degli aventi diritto e,
comunque, non appare sufficiente, da solo e nella sua attuale configurazione, a risolvere
interamente tale problematica. Nell’ambito di una indagine realizzata dallo Spi-Cgil e
dalla Fondazione Di Vittorio emerge che gli italiani che vivono in famiglie in povertà
energetica sarebbero poco più di nove milioni, ossia più del 15% del totale, con un

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impatto particolarmente rilevante per la popolazione anziana. Essere “poveri energetici”
o rischiare seriamente di diventarlo con forti difficoltà ad acquistare servizi minimi come
elettricità e acqua calda e a riscaldare o rinfrescare correttamente le proprie abitazioni
riguarda il 47% degli anziani intervistati;
➢ gli Enti pubblici e quelli territoriali pertanto, possono essere promotori sui propri territori
di competenza di politiche sociali attive che coinvolgono i cittadini nella promozione e
partecipazione nelle diverse forme di configurazioni contribuendo efficacemente ad
affrontare e ridurre la povertà energetica tra i cittadini in particolare verso gli anziani.
Potrebbero sostenere la creazione di configurazioni tra cittadini o tra enti e cittadini in cui
gli impianti potrebbero essere realizzati dall’Ente anche su aree o coperture di edifici
pubblici e l’energia prodotta condivisa. Ad esempio, si potrebbe realizzare una comunità
energetica con un impianto installato sul tetto di una scuola utilizzando l’energia prodotta
per la stessa e cedendo l’eccedenza ai cittadini membri della comunità. Teniamo
presente che gli Enti possono cumulare la tariffa incentivante anche con altri incentivi
(come, ad esempio, quelli derivanti dal Fondo Kyoto, fondo efficienza e fondi di
programmi europei).

Tutto ciò premesso e considerato

Impegna
il Sindaco e la Giunta a:

➢ promuovere nel territorio comunale la creazione di Comunità energetiche e di
Autoconsumo collettivo, con il coinvolgimento dei cittadini residenti e l’impiego di aree
o edifici di proprietà comunale, in particolare sostenendo prioritariamente le forme di
configurazioni che generano benefici diretti con la riduzione dei costi in bolletta per i
cittadini con maggiore disagio economico che ricadono o rischiano di ricadere nella
condizione di povertà energetica;
➢ assicurare anche attraverso la creazione di apposito sportello o centro informazioni la
messa a disposizione dei cittadini delle informazioni necessarie a promuovere la
creazione di comunità energetiche e sistemi di autoconsumo collettivo.
Fermo, li 29 Aprile 2021
Dr. Stefano Fortuna