Attualità a cura di Maurizio Donini

Il barometro politico di Aprile 2021

L’implosione/esplosione del M5s è il top di questo aprile, un Movimento che è diventato più partito della
vecchia Democrazia Cristiana, un tutto contro tutti che oramai è guerra aperta fra aule parlamentari e di
tribunali. Rousseau, la granitica piattaforma osannata da sempre come la nuova democrazia popolare, è
diventata quello che erano gli Stati Uniti per gli ayatollah, il grande Satana. Un’associazione che ha un
presidente a vita inamovibile per statuto, ma con un nuovo (forse) condottiero politico, Giuseppe Conte,
che scelto a suo tempo da Casaleggio e Di Maio ora si rivolta contro il padrone di Rousseau per tornare in
possesso dei dati segreti custoditi nell’archivio dell’associazione. Ma il trasformismo del Movimento è pari
solo a quello di “giuseppi”, capace di firmare i decreti Salvini e rinnegarli alla bisogna, abile nel negoziare
sui due mandati, così come su tutti i capisaldi del grillismo. I soldi pubblici e la politica senza costi per i
cittadini? Tutto dimenticato, ora il Movimento batte cassa, non disdegna più il finanziamento ai partiti così
come è pronto a mettere il sedere sugli scranni a tempo indefinito, l’appetito vien mangiando… Ma
siccome la commedia non finisce mai nel dimaismo-giuseppismo, ora si stringono legami stretti con il PD di
Letta, il partito di Bibbiano, quello avversato in tantissime occasioni dagli esponenti grillini, il grande Satana
per il Movimento? Tutto dimenticato, fatti due conti, compreso che alle prossime elezioni correre da soli
vorrebbe dire sparire dalla scena politica e dovere tornare alle catene di montaggio, ecco la santa alleanza
con l’ex-nemico. E’ necessario un pizzicotto per svegliarsi?
Un trasformismo pari a quello del Fatto Quotidiano, quello che stava diventando il più imparziale tra i
quotidiani nazionali si è trasformato nella cassa di risonanza di Conte e del M5s, con una serie continua di
articoli fra l’apocalittico e il comico, previsioni che si rivelano sempre sbagliate facendo sprofondare nel
ridicolo e nella disperazione più tetra i massimi esponenti dell’ex-testata principe italiana. Scanzi e
Travaglio si presentano in televisione pronosticando stragi di massa a causa delle aperture di Draghi, ben
supportati dall’autonominatosi menagramo nazionale prof. Galli? Invece non succede nulla, l’economia
riparte e la curva scende, Galli riesce a sbroccare persino con quel pacioso di Bonaccini non capacitandosi
di come questo sia possibile (cit: Draghi sul covid ha sbagliato tutto). Scanzi e Travaglio si presentano dalla
Gruber, ove sono ospiti fissi, con espressioni sempre più lugubri vedendo le loro previsioni crollare
miseramente. Così come ridono di Figliuolo e Draghi, irridendo l’obiettivo delle 500.000 vaccinazioni,
peccato che ci si arrivi davvero, altro colpo doloroso per questi giornalisti di parte. Affermano che il PNRR
di Draghi non uscirà mai in tempo? E invece ecco che entro la data fatidica del 30 aprile viene presentato,
passando dalle striminzite 25 pagine del governo Conte a oltre 250 ben dettagliate e in linea con le
richieste della Commissione Europea. Tapiro in arrivo per il duo giornalistico?
Per chiudere l’analisi del mese non possiamo sorvolare sulle “dimenticanze” della politica”, italiana ed
europea, norme e obiettivi del green deal, fra plausi e applausi, inni e canti di trionfo, che non hanno
nessuna possibilità di avverarsi allo stato attuale. Mentre si legifera sul green deal, gli esperti, i tecnici, i
rappresentanti delle case automobilistiche fanno presente, inascoltate Cassandre, alcuni problemi tecnici
insormontabili. Prescindendo dai siti di costruzione delle batterie che sono in Cina per la gran parte, ma
che potrebbero essere attivati anche altrove, resta il fatto evidenziato da Toyoda e Tavares che due
componenti fondamentali per le batterie al litio, cobalto e litio sono beni finiti, rari, e oggi sarebbero
insufficienti per elettrificare il parco auto mondiale. Altro fattore che viene taciuto dai politici ai cittadini è
la perdita di posti di lavoro dovuta al fatto che costruire un motore elettrico comporta il 40% in meno di
componenti ed è molto più semplice, la sola Germania prevede 600.000 posti in meno, che difficilmente
potranno essere trasformati in ingegneri… Last but not least, un powertrain elettrico è 3-4 volte più
costoso di uno termico, tradotto in termini semplici le auto elettriche saranno fuori portata per la gran
parte dei cittadini e appannaggi dei ricchi, ma nessun politico svela che il green deal non sarà per per un
paese di poveri…
MAURIZIO DONINI