Attualità a cura di Maurizio Donini

Agenda 2030 ONU secondo le previsioni ASviS

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile è un’associazione nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la
consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare allo scopo di
realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Entro il 2030 oltre il 60% delle regioni potrebbe riuscire a
ridurre il tasso di mortalità, l’abbandono scolastico e circa il 50% ad aumentare l’uso di energie rinnovabili,
in linea con i target dell’Agenda 2030. Non riuscirà invece, a meno di un profondo cambiamento delle
politiche, a raggiungere la parità di genere nell’occupazione.
La crisi pandemica ha ulteriormente aggravato il cronico ritardo del nostro paese nel rispettare gli impegni
dell’Agenda 2030. Lo si desume dal Rapporto dell’ASviS “I territori e lo sviluppo sostenibile”, strumento che
misura se e in che tempi il Paese e i suoi territori riusciranno a raggiungere i 17 Obiettivi di sviluppo
sostenibile a 10 anni dalla scadenza del piano d’azione sottoscritto nel 2015 da 193 Paesi, inclusa l’Italia. Gli
obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, un programma d’azione per le persone, il pianeta e
la prosperità sottoscritto il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, e
approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU, sono 17. Questi 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile –
Sustainable Development Goals, SDGs sono inquadrati all’interno di un programma d’azione più vasto
costituito da 169 target o traguardi, ad essi associati, da raggiungere in ambito ambientale, economico,
sociale e istituzionale entro il 2030.
I 17 obiettivi programmatici sono: Goal 1 – Sconfiggere la povertà; Goal 2 – Sconfiggere la fame; Goal 3 –
Salute e benessere; Goal 4 – Istruzione di qualità; Goal 5 – Parità di genere; Goal 6 – Acqua pulita e servizi
igienico-sanitari; Goal 7 – Energia pulita e accessibile; Goal 8 – Lavoro dignitoso e crescita economica; Goal 9
– Imprese, innovazione e infrastrutture; Goal 10 – Ridurre le disuguaglianze; Goal 11 – Città e comunità
sostenibili; Goal 12 – Consumo e produzione responsabili; Goal 13 – Lotta contro il cambiamento climatico;
Goal 14 – Vita sott’acqua; Goal 15 – Vita sulla Terra; Goal 16 – Pace, giustizia e istituzioni solide; Goal 17 –
Partnership per gli obiettivi (1/2 – 2/2).
Tutti i Paesi sono chiamati a impegnarsi per definire una propria strategia di sviluppo sostenibile che
consenta di raggiungere gli obiettivi fissati, comunicando i risultati conseguiti all’interno di un processo
coordinato dall’ONU. Ciascun Paese viene infatti valutato annualmente in sede ONU attraverso l’attività
dell’High-level Political Forum (HLPF), che ha il compito di valutare i progressi, i risultati e le sfide per tutti i
Paesi, e dalle opinioni pubbliche nazionali e internazionali. Ogni quattro anni si svolge, inoltre, un dibattito
sull’attuazione dell’Agenda 2030 in sede di Assemblea Generale dell’ONU, alla presenza di Capi di Stato e di
Governo: la prima verifica di questo tipo è stata realizzata nel settembre 2019. In Italia è stata istituita la
Cabina di regia “Benessere Italia”, l’organo della Presidenza del Consiglio cui spetta il compito di
“coordinare, monitorare, misurare e migliorare le politiche di tutti i Ministeri nel segno del benessere dei
cittadini”. Un passo avanti per dotare l’Italia di una governance per l’Agenda 2030, uno strumento che
permetterà al Governo di promuovere un benessere equo e sostenibile attraverso la definizione di nuovi
approcci e nuove politiche.
Dal rapporto Asvis, l’Italia potrebbe riuscire a centrare i target quantitativi associati a tre Goal: Goal 2
(Quota di coltivazioni destinate a colture biologiche), Goal 3 (Tasso di mortalità per le maggior cause) e
Goal 16 (Affollamento degli istituti di pena). Un progressivo avvicinamento ai target quantitativi si
potrebbe determinare in quattro casi: Goal 4 (Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione e
Quota di laureati e altri titoli terziari), Goal 7 (Quota di energia da fonti rinnovabili) e Goal 13 (Quota di
emissioni di gas serra), obiettivi principali del Green deal europeo. Negative o decisamente negative
appaiono invece le tendenze per i rimanenti 14 target quantitativi: Goal 1 (Quota di persone a rischio
povertà ed esclusione sociale), Goal2 (Uso dei fertilizzanti), Goal 3 (Incidenti stradali), Goal 5 (Parità di

genere nel tasso di occupazione), Goal 6 (Efficienza delle reti idriche), Goal 8 (Tasso di occupazione 20-64
anni), Goal 9 (Spesa per ricerca e sviluppo),Goal 10 (Disuguaglianza del reddito disponibile), Goal 11
(Qualità dell’aria e offerta del trasporto pubblico),Goal 12 (Produzione di rifiuti), Goal 14 (Aree marine
protette), Goal 15 (Consumo di suolo e Aree protette terrestri), Goal 16 (Durata dei procedimenti civili).

MAURIZIO DONINI