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Coldiretti Marche, alberi anti inquinamento per le città: grazie al Next Generation occasione di rilancio anche per i vivai penalizzati dal Covid

Piantare 50 milioni di alberi nei prossimi 5 anni per migliorare del 30% l’assorbimento di co2 e per frenare l’importazione di legno dall’estero. Il progetto di Coldiretti, Fondazione Symbola e Federforeste punta alle aree rurali ma anche a far nascere vere e proprie foreste urbane anche nelle Marche, regione dove la copertura arborea è oltre un terzo della superficie totale. Ogni anno i boschi marchigiani sottraggono all’atmosfera circa 1,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica, secondo una stima di Coldiretti Marche su dati del “Rapporto Boschi e foreste nel Next Generation EU”. “Le piante – spiegano da Coldiretti – possono ridurre le temperature e rimuovere ozono e polveri sottili, queste ultime in gran parte responsabili delle 60mila morti premature che ogni anno avvengono in Italia a causa dell’inquinamento atmosferico. Un contributo dei boschi e delle foreste italiane alla sostenibilità, alla sicurezza e alla bellezza destinato a crescere con la piantumazione nei prossimi 10 anni di più di 200 milioni di alberi come contributo nazionale alla “Strategia europea per la biodiversità 2030”, che prevede di piantare 3 miliardi di alberi nei paesi dell’Unione”. Mossa che va nel segno della salute ma anche del lavoro. Il settore florovivaistico occupa in Italia circa 200mila persone. Per soddisfare la richiesta di 200 milioni di piante nei prossimi 10 anni serviranno 25mila nuovi posti di lavoro stabili a cui si aggiungono 4mila posti per i primi 4 anni legati alle iniziali attività di piantagione e manutenzione (sfalcio, erba e irrigazione). E che hanno competenze e attrezzature per essere fedeli alleate degli enti locali con compiti di manutenzione del territorio: sfalci e potature che possono rappresentare una collaborazione concreta e proficua per tutta la comunità e una ripartenza dell’economia del territorio. Un futuro che si prospetta di grande attività per il settore che nella nostra regione conta circa 100 vivai e che più di tutti hanno risentito della crisi legata al Covid. Tra cancellazioni di eventi e cerimonie, Coldiretti è dovuta intervenire pure per far riconoscere alle aziende florovivaistiche il diritto a poter lavorare e tenere aperti i propri punti vendita. Attività che sono state sostenute anche attraverso ristori come l’esonero dal versamento dei contributi e, a livello regionale, contributo fino a un massimo di 20mila euro a seconda della perdita di fatturato.