Notizie in Evidenza

Maurizio Mangialardi, candidato presidente del centrosinistra alle elezioni regionali, incontra Confprofessioni Marche

Maurizio Mangialardi, candidato della coalizione di centrosinistra alla presidenza della Regione
Marche nelle elezioni previste per il 20 e 21 settembre 2020, è stato ospite di Confprofessioni
Marche, alla presenza di un’eterogenea platea di professionisti. Il confronto è servito per porre al
centro le questioni che riguardano il lavoro professionale nel periodo di incertezza economica
correlata al Covid-19, il rapporto con la politica, nell’ottica della prossima legislatura, e le
prospettive del lavoro e dell’economia nella nostra regione.
“Chiediamo da tempo una maggiore attenzione nei confronti del lavoro professionale da parte della
politica – ha affermato il presidente di Confprofessioni Marche Gianni Giacobelli – ed
evidenziamo una carenza di rappresentatività dei 39.000 professionisti marchigiani. Un vuoto che
riteniamo vada colmato in tempi brevi, per la funzione sociale che anche nelle Marche le
professioni svolgono ed in ragione delle enormi difficoltà che questo comparto economico, come gli
altri, sta incontrando.”
“Sono qui per ascoltare le vostre richieste – ha sottolineato Maurizio Mangialardi – e ne faccio una
questione di nuovo metodo, perché le forze del centrosinistra e le civiche che rappresento,
altrimenti, si sarebbero tenuti quelli che c’erano prima. Non voglio soddisfare bisogni che sono
singoli ma costruire una comunità, e lo si fa partendo dalle relazioni, il coinvolgimento e le
consulenze che voi professionisti siete in grado di offrire. Non è pensabile che vengano emessi
bandi senza avervi invitato al tavolo e averli costruiti insieme a voi: è un errore clamoroso, perché si
escludono proprio i professionisti, coloro che si interfacciano quotidianamente con i destinatari
finali, con l’obiettivo della nostra azione. Questo è uno sbaglio che non dovremmo più commettere:
lo schema che il settore pubblico provvede, e poi vediamo come va, non può funzionare”.
Occorre quindi un cambiamento reale nei rapporti tra politica e mondo libero professionale, una
nuova, fattiva e costante collaborazione: “Con il vostro coinvolgimento – ha aggiunto il candidato
presidente della coalizione di centrosinistra – si realizzerebbero davvero quelle semplificazioni
che sono tanto brandite nelle discussioni, ma che sono davvero effettive solo se, ed è quello che
voglio fare, lavoriamo insieme, allo stesso tavolo. Così si riuscirebbero a evitare errori nei
provvedimenti che poi non si possono correggere, o bandi di gara che vanno deserti. Io sono qui per
costruire un nuovo ‘patto per il lavoro’, proprio a partire da voi professionisti che gestite
quotidianamente il lavoro di tantissimi altri soggetti. Se verrò eletto, mi prendo l’impegno di
riconoscere pari dignità di rappresentanza alla vostra Confederazione rispetto ad altri soggetti
sindacali e associazioni di categoria”.
L’emergenza Coronavirus e le sue conseguenze economiche e sociali richiedono risposte efficaci,
in tempi certi: “Noi abbiamo bisogno di un cambio di modalità – ha concluso Mangialardi – e voi
sarete i miei consulenti: avrò bisogno di voi per costruire insieme ‘comunità’. Nel prossimo periodo
avremo una ‘messe’ di risorse che nella nostra Regione non si vedevano da circa 15 anni, e chi è
sovranista, non le voleva, mentre chi, come me è europeista, le ha portate: sono 8 miliardi di euro,
risorse incredibili, ma se, con la burocrazia che abbiamo, non lavoriamo insieme a voi e non

capiamo come ottimizzare i processi per ottenerle, è meglio lasciar perdere. Altrimenti, vedremo
soltanto la solita lentezza della burocrazia, ritardi e gente inferocita: di tutto questo, e lo dico anche
nell’attuale veste di sindaco di Senigallia e presidente dell’Anci Marche, non ne posso più. Proprio
io, che per aver accelerato qualche percorso, mi trovo dentro un processo per abuso d’ufficio, con
una richiesta di condanna a 35 anni di reclusione, forse unico caso in Italia, ma orgoglioso di
esserlo, perché quando c’è un problema e si prendono decisioni rapide per risolverlo, forse vale la
pena. Se no, in questo ruolo, ci mettiamo quelli che stanno in Parlamento, che poi vengono qui,
‘giochicchiano’ e fanno chiacchiere”.