slider

Meeting sull’amicizia tra i popoli di Rimini. Anche gli esponenti di destra e di sinistra si sono confrontati

Di Paola Pieroni
Al meeting per l’amicizia tra i popoli di Rimini, organizzato da Comunione e Liberazione, ieri sono arrivati esponenti di destra e di sinistra, per
spostare il dibattito tra i leader politici. Il Capitano Matteo Salvini è stato il politico che ha riscosso il maggior numero di applausi, mentre
Giorgia Meloni e Di Maio sono intervenuti in video collegamento. Dopo il discorso inaugurale di Draghi dei giorni scorsi, ieri erano presenti
anche Roberto Speranza, Maria Elena Boschi, Maurizio Lupi e Antonio Tajani. Tanti i temi toccati: dalle lezioni regionali, al referendum, dal
coronavirus, ai migranti, con risvolti a destra e a sinistra. Abbiamo acceso i riflettori sugli interventi di Salvini e della Meloni. Salvini è partito
parlando della riapertura della scuola: “Sono molto preoccupato parlando da genitore. perché al di la degli insulti che la signora Azzolina mi
riserva quotidianamente, non ho ancora capito a che ora devo portare mia figlia a scuola, a che ora devo andarla a riprendere, dove mangia e con
quanti compagni sta in classe, quanti insegnati avrà, e come si svolge la giornata. non sappiamo nulla, se ha i banchi fissi, mobili o con le rotelle.
poi ha aggiunto: il parlamento non si sta occupando della scuola, lo sta facendo solo il ministro che litiga con i sindacati”. Sul tema migranti:
“Siamo arrivati a più di 15 mila sbarchi, nonostante la chiusura e il Covid. E’ un emergenza non solo economica, ma anche sanitaria. Gli italiani
sono multati, mentre i clandestini girano indisturbati per l’Italia”. Sul processo che lo attente dichiara: “Oggi tocca a Salvini e domani può
toccare chiunque. E’ gravissimo che una scelta politica presa da un ministro e un parlamento venga giudicata da un tribunale”. Sul coronavirus :
“Fa male a chi dipinge il coronavirus come un lazzaretto. E sulle elezioni regionali di settembre e il referendum: “Una bellissima e straordinaria
occasione di cambiamento per i cittadini che sono male amministrati. Sul referendum, ho già votato quattro volte si, non cambio idea questa
volta”. Il leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è invece intervenuta in videoconferenza. Due domande per lei, sul parlamento e sulle elezioni.
Alla domanda se il parlamento sia o no importante, Giorgia Meloni risponde: “E’ retorico, il parlamento serve ed è centrale. Non ci dobbiamo
nascondere, che negli ultimi mesi abbia avuto una parte marginale, e parto da una dichiarazione di Conte che -ha lasciato parlare tutti-. Non è
solo ascoltare tutti , ma prendere insieme quelle decisioni, anche il ruolo che si ricopre nel parlamento è altrettanto importante, e questo non c’è
stato. La proroga dello stato di emergenza non serviva, perché vi erano evidenze scientifiche. Io contesto il modo di operare di Conte, con poca
centralità e coesione. E Giorgia ci spiega il perché di questa scelta poco democratica da parte del Governo Conte: “Il governo non ha avuto questa
disponibilità, perché il confronto molto aspro con la maggioranza non lo poteva permettere, in caso di allargamento avrebbe fatto saltare gli
equilibri interni. E allora vede, il parlamento è centrale, serve a rappresentare la volontà dei cittadini, mentre questi governi di questi anni, non
sono la vera espressione del popolo, con uno scarto tra quello che i partiti promettono e quello che poi fanno. Se la democrazia non difende
questo vincolo, non ha senso”.E poi dal parlamento arriva alla domanda sulle elezioni. “Non è vero dal mio punto di vista che, se si ha una
maggioranza si debba avere qualsiasi governo. Oggi il governo sta lavorando ad un ritorno al proporzionale puro, nel quale non c’è coalizione,
senza obbligo di programma, senza leader e obbligo di depositare il programma”. E giustamente si domanda: “In questo modo a cosa servono le
elezioni? Per cosa si va a votare? In questo modo la democrazia diventerebbe solo una proforma. La politica è visione e non interesse. Sarebbe
molto grave ritornare ad un proporzionale. Noi anche per questo crediamo ad un sistema di presidenzialismo, per non nasconderci e assumerci
le responsabilità”.