Notizie in Evidenza

Con agosto ritornano i licenziamenti, i primi sono dell’ex Merloni di Ancona e Perugia

di Paola Pieroni
I primi ad essere licenziati, dopo la scadenza del blocco dei licenziamenti del 18 Agosto, sono i lavoratori dell’ex Merloni delle province di Ancona
e Perugia. Se ne contano 600 in mobilità, per la precisione 584 sui 700 in forza nei due stabilimenti. Questa l’ ennesima mossa del proprietario
Porcarelli, che ha detto di voler chiudere gli stabilimenti nelle due città di Fabriano e Colle di Nocera. Per tutte queste famiglie che fino ad oggi
hanno sfruttato al massimo i decreti inizierebbe il dramma. Il sindacato chiarisce che “non risulta nessun piano di concordato presentato al
tribunale di Ancona e pertanto è il liquidatore, Giovanni Porcarelli che decide in maniera unilaterale della sorte delle quasi 600 famiglie, senza
dare spiegazioni su come si intenderà sanare la situazione debitoria accumulata in questi anni, di cui una parte importante proprio nei confronti
dei dipendenti stessi”. Fim Fiom e Uilm di Ancona ribadiscono la totale contrarietà ad ogni tipo di licenziamento, “alla luce del fatto che ancora
si possono utilizzare ulteriori strumenti di ammortizzatori sociali, e chiederanno immediatamente un tavolo di confronto presso la regione
Marche e al Ministero dello Sviluppo Economico. Lunedì 24 agosto sarà convocata l’assemblea alle ore 10 presso lo stabilimento di Santa Maria”.
Nella giornata di sabato 22 è previsto uno sciopero da parte dei lavoratori dei due stabilimenti dopo la decisione del proprietario dell’ ex Merloni,
oggi Indelfab. Ma cosa prevede nello specifico il blocco dei licenziamenti del 18 Agosto? Fino al 17 agosto è stato un blocco generalizzato, valevole
cioè per tutti i licenziamenti, collettivi e individuali, per motivi economici, ora invece il divieto diventa flessibile. Ed entrano in vigore anche le
eccezioni al blocco, e questa è la novità, consentendo alle imprese di avviare i licenziamenti, finora bloccati. Come riporta il Sole24ore, primo:
“sono fuori dallo stop i licenziamenti motivati dalla cessazione definitiva dell’attività dell’impresa, conseguenti alla messa in liquidazione della
società senza continuazione, anche parziale dell’attività”. Secondo: l’azienda può iniziare a licenziare con accordo collettivo aziendale di incentivo
all’esodo, che consente di concordare con ogni singolo dipendente (che è libero di aderire all’accordo), una risoluzione consensuale del rapporto
di lavoro”. In questa ipotesi i lavoratori escono direttamente dall’azienda, beneficiando della Naspi, con l’aggiunta molto spesso di un incentivo
all’esodo. Secondo gli esperti anche le procedure di licenziamento collettivo, avviate a ridosso del 23 febbraio 2020, e non riconducibile alla
casuale Covid-19, potrebbero riprendere regolarmente. Molti i nodi da risolvere, ad esempio la sorte del trattamento dei lavoratori sospesi, in
caso di fallimento, fino a quando il curatore non decida di procedere ai licenziamenti.