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Il terzo accusato per il bonus è Rizzone del M5S. Non ci sto ad essere dipinto come un disonesto, un ladro e un infame. Tridico non rivela gli altri nomi all’audizione

Paola Pieroni
Era da 5 giorni che il parlamentare del M5s, Marco Rizzone, non postava più su
Facebook, da quando domenica era esplosa la vicenda dei furbetti bonus. Il nome
del deputato pentastellato, della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul
sistema finanziario e bancario, insieme a Dara e Murielli della Lega, che Salvini ha
già sospeso, fanno parte della triade di parlamentari che hanno riscosso il bonus di
600 euro, perché possessori di partita iva. Dopo essere stato deferito al collegio dei
probiviri, il pentastellato rompe il silenzio, con un video messaggio su Facebook,
non ci sta ad essere dipinto come un disonesto, un infame o un ladro, “tantomeno
da chi con la sua noncuranza ha consentito a migliaia di partite iva ben più
facoltose di me, come i notai, di richiedere legittimamente il medesimo bonus”.
Riportiamo, parti delle sue dichiarazioni: “Eccomi qua io sono pronto a metterci la
faccia e ad assumermi le mie responsabilità, ma devo anche mettervi in guardia, da
chi vi sta gettando fumo negli occhi. Usano me per prendervi in giro. Io voglio
andare fino in fondo sula questione morale di chi ha preso il bonus”, premette e
aggiunge: “Se avessi voluto intascarmi quei soldi, non mi sarei di certo tagliato più
di 40 mila euro del mio stipendio da parlamentare, che invece ho donato per varie
cause”. E su questo il deputato non mente, visto che mentre i parlamentari della
Lega sospesi hanno dichiarato sopra i 100mila euro nel 2019, Rizzone ne ha
dichiarati 79mila.“Non ha senso di rinunciare a tali somme e pensare di arricchirsi
con 600 euro. Qualcuno parla di morale. Punti di vista. Per me sono immorali gli
evasori, i ladri, che però in questo paese sono tutelati dalla privacy”. E lancia la sua
proposta:”Perchè non pubblichiamo i nomi , come già fanno in 17 stati europei, di
chi ha veramente rubato risorse allo stato, evadendo le tasse? E conclude:”Mi
rivolgo a tutti quegli italiani che si sono in qualche modo sentiti delusi da me: non
sono come mi hanno dipinto e lo dimostrerò battendomi, perchè la grande farsa,
portata avanti da alcuni soggetti politici finisca presto, nel vostro interesse e
nell’interesse del paese tutto, perchè chi pensa di ingannare il popolo, con la caccia
alle streghe e il populismo facile, non ha capito che i cittadini, sono più svegli di
quanto si pensi”. Intanto per il M5S sono giorni caldi, per via delle nuove votazioni
sulla piattaforma Rousseau che hanno rimesso in discussione la regola del secondo
mandato e dato il via ad alleanze con i partiti locali. Ma qui nella Regione Marche,
il M5s, con il candidato Mercorelli, fa un passo indietro e si dissocia in modo netto
dalla linea “Ceriscioli bis”, con Mangialardi.