Politica

Botta e risposta sui social tra il giornalista Mentana e Acquaroli. La cena nostalgica deve finire qui. di Paola Pieroni

“Il candidato unico del centro destra per la presidenza della regione Marche è semplicemente impresentabile”. Così senza mezzi termini, il
direttore del Tg La7, Enrico Mentana, commenta sulla sua pagina di Facebook, con tanto di foto del menù, la cena “nostalgica” del 28
ottobre scorso ad Arquata del Tronto, a cui erano stati invitati, ignari di ciò che li aspettasse, il deputato Acquaroli e il sindaco di Ascoli
Piceno Fioravanti. Acquaroli era intervenuto solo prima della cena parlando di infrastrutture, per poi proseguire la serata verso un altro
appuntamento istituzionale, alla presenza di autorità religiose nella Parrocchia di San Girio, mentre il primo cittadino di Ascoli Piceno una
volta accortosi della foto di Mussolini, presente all’interno del menù, con la frase “camminare e costruire e se necessario, combattere e
vincere” , se n’era immediatamente andato. Ma l’attacco a quella cena non si è mai arrestato. La pagina Facebook del Pd Marche è piena di
rimandi a questo evento che di certo farà e segnerà la storia al contrario della campagna elettorale in corso. “Proprio sulle montagne sopra
Ascoli- scrive Mentana- nella fase finale del dopoguerra rimase nascosta per oltre un anno in un fienile insieme ai genitori e alla sorellina,
una ragazzina che aveva la colpa di essere ebrea, destinata quindi nelle intenzioni dei nazisti e dei loro vassalli fascisti al campo di
sterminio. Dieci anni dopo quella donna mi mise al mondo non sarei degno del suo amore se oggi non dicessi che quel candidato è
semplicemente impresentabile”. All’attacco sui social, il deputato Acquaroli risponde così: “Sono stato invitato a quella cena dal Comune e
come sempre ho fatto del mio meglio per essere presente, ma dovendo conciliare questo evento con altri, sono passato quando la cena non
era ancora iniziata, ho parlato velocemente di infrastrutture e ricostruzione e sono andato via. Mentre la fatidica cena era in corso io mi
trovavo ad oltre un ora e mezza di distanza ad un incontro nella parrocchia di San Girio, alla presenza di decine di fedeli e autorità religiose.
Non essendomi mai seduto non ho visto il ridicolo menu che qualche residuato fuori dal tempo aveva deciso di mettere sul tavolo, ma una
volta appresa la notizia ho immediatamente preso le distanze. Sfido chiunque a trovare, un solo mio atto istituzionale in 21 anni di attività
politica da consigliere comunale, regionale, sindaco e parlamentare in qualsiasi modo accostabile a fascismo o razzismo. Chiunque oggi
provasse a diffondere idee antisemite o contrarie al libero confronto democratico, mi avrebbe come feroce avversario. Milito in un partito
che ha votato senza difficoltà la condanna di ogni regime totalitario, mozione sula quale la sinistra ha espresso molti distinguo e imbarazzi.
Spero davvero che la campagna elettorale della regione Marche torni ad essere incentrata su temi e programmi per rilanciarla. Nel salutarla,
conoscendo la sua onestà intellettuale, sono certo saprà evitare i tentativi di strumentalizzarla, da parte di chi vorrebbe incentrare la
campagna elettorale su falsità diffamatoria”. Speriamo che con questa, la cena nostalgica lasci definitivamente posto alla vera campagna
elettorale, fatta di programmi di rilancio per una regione come le Marche, che rischia di diventare, e i numeri lo dimostrano, la prima
regione del sud Italia, dopo anni di modello di sviluppo Veneto. O si crea o si distrugge, non si possono fare entrambe le cose.