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Il Garante della Privacy boccia in toto il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate: controlli eccessivi come in una dittatura fiscale. Nuove regole tecniche

I controlli eccessivi messi in campo dall’Agenzia delle Entrate in tema di archiviazione dei dati sulla fatturazione elettronica, come previsto
dal decreto fiscale del 2019, non trova il bene placido del Garante della Privacy che prende ancora una volta posizione contro il modus
operandi che sa più di dittatura fiscale che di effettivo stato democratico. Si boccia dunque il provvedimento per la modalità
sproporzionata dei controlli e archiviazione, ritenuti senza mezzi termini “eccessivi” per quantità e qualità, rispetto al perseguimento del
legittimo obiettivo di interesse pubblico di contrasto all’evasione fiscale. Questa volta un sospiro di sollievo da parte dei contribuenti che
lavorano per essere controllati. Anche perché le informazione e i dati sensibili, in queste fatture elettroniche sarebbero troppo personali e
non assolutamente rilevanti ai fini fiscali. Per esempio il rapporto tra cedente e cessionato, le abitudini di consumo o gli sconti applicati
andrebbero ad invadere un campo troppo privato. L’Agenzia delle Entrate memorizza i dati delle fatture, conservandole per i successivi
otto anni, così da avere le informazioni a disposizione per i controlli incrociati con la Guardia di Finanza. Se consideriamo che i dati
contenuti nelle fatture elettroniche ogni anno ammontano a due miliardi, possiamo ben capire la portata dei dati sensibili in mano alle
Entrate. Ci sarà dunque un’archiviazione diversa dei dati sulla fatturazione elettronica e più rispettosa dei diritti previsti in uno stato
democratico. Il Garante della Privacy corregge dunque il tiro con un provvedimento emanato in data 9 luglio 2020 con nuove e più
rispettose regole tecniche, senza togliere nulla alla lotta all’evasione fiscale, ma rispettandone il diritto della protezione dei dati personali
dei propri contribuenti. Altre criticità sono al vaglio dello stesso Garante che presto si pronuncerà anche su altre questioni.
Paola Pieroni