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AGGIORNAMENTO DEL PIANO INDUSTRIALE 2022 RESILIENZA E VALORE

L’aggiornamento del Piano Industriale 2022 prevede innanzitutto la conferma di tutte le

principali linee guida già delineate.

A queste si aggiunge la scelta strategica di internalizzare il 100% di Aviva Vita che porterà
nell’orizzonte di Piano ad un rendimento atteso dell’investimento superiore al 10%
L’impatto dell’emergenza Covid19 sul costo del credito è stimato in 85 punti base cumulati

aggiuntivi nell’arco del triennio 2020-2022

L’utile netto previsto nel 2022 è pari a 562 milioni di euro contro i 665 del Piano originale, con

una riduzione di circa 1 punto percentuale di RoTE

Questa importante dimostrazione di resilienza è ottenuta in un contesto particolarmente

complesso grazie

  • alla tenuta dei proventi operativi (CAGR1

+0,7% incluso il 100% di Aviva Vita) in uno

scenario conservativo di evoluzione del PIL nel triennio e di tassi negativi

  • al controllo degli oneri operativi (CAGR -0,6% includendo tra l’altro gli impatti del nuovo
    CCNL, incrementati investimenti in nuove tecnologie e l’internalizzazione di Aviva Vita)
  • e a un costo del credito a 62 bps nel 2022
    A quanto sopra si aggiunga il contributo positivo in termini di consumo di capitale derivante
    dai provvedimenti governativi e dalle revisioni regolamentari, insieme all’utilizzo di alcune
    riserve di valore, che permettono di incrementare significativamente il CET1 ratio.
    Conseguentemente l’excess capital distribuibile rispetto ad una soglia minima di CET1 del
    12,5% ammonta per il triennio 2020-2022 a circa 840 milioni di euro, equivalenti a un

ammontare cumulato di oltre 73 centesimi per azione nel periodo.

Gli esiti dell’aggiornamento del Piano testimoniano la capacità e velocità di reazione e
flessibilità del Gruppo e l’importanza di aver preservato riserve di valore generate nei
momenti migliori, che oggi sono un elemento chiave per confermare la redditività e la
remunerazione degli azionisti in contesti di complessità elevata quale quello attuale.


1
Riferito al periodo 2019-2022

2
Milano, 3 luglio 2020 – In data odierna il Consiglio di Amministrazione di UBI Banca ha approvato
l’Aggiornamento del Piano Industriale 2022, nei termini sotto riportati.


L’emergenza Covid19
Il Piano Industriale 2022 è stato presentato in data 17 febbraio 2020. Nel corso del mese di marzo,
l’emergenza Covid19 si è pienamente manifestata, portando al lockdown del Paese fino a metà maggio
2020 e successivamente ad una ripresa graduale e regolamentata di tutte le attività, incluse quelle
produttive.
La reazione della Banca all’emergenza Covid19 è stata caratterizzata da velocità e resilienza, consentite
dalla immediata attivazione degli elementi di flessibilità operativa e patrimoniale già sottolineati in
sede di presentazione del nuovo Piano Industriale a febbraio 2020.
Il rapido ridisegno delle modalità operative ha portato, tra l’altro:

  • immediata attivazione di procedure di protezione del personale
  • abilitazione progressiva di 20.000 postazioni di lavoro remoto, utilizzate dall’85% delle strutture
    centrali del Gruppo e al picco della crisi dal 50% circa di tutto il personale
  • apertura flessibile delle filiali; anche al culmine della crisi, che ha colpito in particolare i territori
    storici del Gruppo, Bergamo e Brescia, l’80% delle filiali è rimasto aperto con le precauzioni
    sanitarie richieste dalla pandemia, seppur con orari ridotti e la necessità di appuntamento per
    l’accesso da parte del pubblico. Allo stato attuale tutte le filiali del Gruppo sono aperte;
  • sviluppo di nuove modalità di interazione con la clientela: tra l’altro, contact center totalmente
    operativo in remoto e attivazione della possibilità di effettuare vendite a distanza per 4.700
    relationship managers, etc…
    La flessibilità e la scalabilità dei sistemi di UBI hanno consentito di garantire lo svolgimento di tutte
    le attività, compreso l’intensificarsi dell’utilizzo dei canali digitali da parte della clientela, senza
    degrado dei livelli di performance.
    La Banca si è attivata per fornire adeguato supporto all’economia, promuovendo tempestivamente,
    ad inizio aprile, “Rilancio Italia”, un programma articolato per 10 miliardi di euro, nato per
    finanziare famiglie, imprese e Terzo settore colpiti dalla crisi e sostenerne la tenuta e la ripartenza
    nei prossimi mesi.
    Interventi di progressivo adeguamento dei processi creditizi sono stati successivamente posti in
    essere per fornire rapido riscontro alle misure governative a supporto di famiglie e imprese e a
    sostegno dell’economia nazionale, anche grazie a forme di moratoria dei pagamenti e alla
    disponibilità di garanzie statali sui finanziamenti. Si rammenta come UBI Banca sia stata
    particolarmente efficace nell’erogazione di finanziamenti inferiori ai 25.000 euro, rappresentando
    nella prima settimana di lancio il 50% del mercato, e avendo raggiunto in soli 2 mesi di attività oltre
    1 miliardo di erogato.
    Il monitoraggio della situazione
    Grazie al lavoro svolto soprattutto nel 2019, propedeutico alla pubblicazione del Piano Industriale
    2022, la Banca ha potuto affrontare la crisi inattesa con una situazione patrimoniale di tutta
    tranquillità:
  • il CET1 ratio è ben superiore al 12,5% (target del Piano 17/02 per il 2022)

3

  • il maggior dispiegamento di risorse richiesto per supportare l’economia è consentito da: (i)
    coefficienti di liquidità ai massimi storici, (ii) la disponibilità di significative riserve di funding
    a medio-lungo termine, grazie all’importante programma di emissioni svolto con successo nel
    2019, tali da consentire, se necessario, autonomia dai mercati per almeno ulteriori 12 mesi;
    (iii) l’allentamento della politica monetaria da parte della BCE, che ha ampliato i programmi di
    liquidità strutturale a sostegno dell’economia e ha promosso interventi regolamentari a supporto
    della disponibilità di capitale per le banche
  • un portafoglio di impieghi in bonis con un basso livello di crediti ad alto rischio (il 2,7% del
    totale) e ben coperto (55 bps a fine marzo 2020); un livello di crediti deteriorati lordi
    significativamente ridotto e pari al 7,5%, o al 6,7% pro-forma la cessione massiva annunciata
    che si conferma in corso di realizzo; una piattaforma di recupero crediti di assoluta
    eccellenza e soluzioni organizzative previste (quali una task force centralizzata per la
    gestione delle moratorie e l’accentramento dei crediti ad alto rischio) volte a monitorare
    situazioni a maggior potenziale di deterioramento.
    Durante la situazione di emergenza, UBI Banca ha monitorato nel continuo la situazione esterna,
    verificando l’assenza di elementi di rischio tali da incidere in maniera significativa sulla situazione
    patrimoniale e finanziaria del Gruppo e avviando nel contempo un accurato riesame dei contenuti del
    Piano Industriale, per tenere conto de: (i) il mutato scenario macro-economico; (ii) i benefici delle
    misure e dei provvedimenti del Governo e delle autorità tutte a supporto di famiglie, imprese e
    dell’economia nel suo insieme; e (iii) gli effetti dell’OPS promossa da ISP.
    L’Aggiornamento del Piano Industriale 2022
    Le premesse
    (i) lo scenario macro-economico
    L’Aggiornamento del Piano è stato svolto in ipotesi di scenario che includono l’impatto atteso
    dell’emergenza Covid19 sulle variabili economiche, soprattutto in termini di evoluzione del PIL.2
    2017 2018 2019 2020 2021 2022
    Evoluzione PIL reale, anno su
    anno 3

+1,7% +0,7% +0,3% -8,8% +4,5% +1,5%
Euribor a 3 mesi, media annua -0,31% -0,32% -0,36% -0,42% -0,42% -0,42%
Per maggior cautela, la valutazione dell’impatto del Covid19 sui parametri di credito e quindi per la
stima dell’adeguatezza del patrimonio di vigilanza di UBI Banca, è stata effettuata in uno scenario che
include una variazione del PIL reale del -10,3% nel 2020, del +2,8% nel 2021 e del -0,2% nel 2022.
La percezione del c.d. “rischio Paese”, sintetizzata dall’andamento dello spread BTP-Bund, è stata
cautelativamente stimata in peggioramento4

nel triennio di previsione rispetto a quanto stimato nel
Piano Industriale presentato il 17/02, con un impatto, principalmente, sul costo del funding del Gruppo
UBI Banca e sulle riserve di patrimonio del portafoglio titoli di proprietà.

2
Lo scenario macroeconomico non prevede un riacutizzarsi della pandemia
3
Nel Piano Industriale 2022 presentato il 17/02, la dinamica di evoluzione del PIL reale era rispettivamente pari a
+0,3% nel 2020, +0,6% nel 2021, +0,7% nel 2022.
4
Media spread: 223 bps nel 2020, 175 nel 2021 e 150 nel 2022.

4

(ii) Le azioni previste nel Piano Industriale 2022: azioni completate e azioni rinviate
A seguito della presentazione del Piano Industriale 2022 a febbraio scorso, il Gruppo ha effettivamente
completato le seguenti operazioni annunciate e previste per il 2020:

  • 31 marzo 2020: modifica dei criteri di valutazione degli immobili di Gruppo (il fair value tiene
    conto del momento di mercato sfavorevole), con un impatto positivo di 38 bps di CET1 ratio,
    rispetto ai 32 bps stimati nel Piano;
  • 11 giugno 2020: completamento dell’operazione annunciata in data 31 gennaio 2020, con la
    riorganizzazione della presenza del Gruppo su Milano:
    a) vendita di 7 immobili in Milano e conseguimento di una plusvalenza netta finale di circa €40
    milioni netti (€54 milioni lordi) che verranno contabilizzati nel corso del 2020
    b) acquisto di tutte le quote di un Fondo proprietario dei terreni e del progetto di sviluppo di un
    immobile in corso di completamento, benchmark dell’edilizia sostenibile in Via Melchiorre
    Gioia 22 a Milano. Tale ultima operazione è attesa produrre benefici anche in futuro in
    relazione al maggior valore dell’immobile completato.

Sono state peraltro rinviate, a causa delle incertezze legate all’OPS di Intesa, le seguenti azioni
originariamente previste per il 2020:

  • la definizione strategica degli accordi di Bancassurance (per cui in data 5 giugno 2020, UBI
    Banca aveva tra l’altro concordato con entrambi i partner assicurativi, il Gruppo Cattolica
    Assicurazioni e il Gruppo Aviva Italia, il posticipo al 30 giugno 2021 della scadenza degli
    accordi distributivi in essere)
  • gli accordi sindacali per le uscite /assunzioni di personale
  • la rinegoziazione degli accordi di securities services.
    Le linee guida dell’Aggiornamento del Piano Industriale
    UBI ha proceduto all’Aggiornamento del Piano Industriale 2022 confermando tutte le linee
    strategiche che hanno costituito l’asse portate del Piano Industriale presentato a febbraio 20205
    e

attivando inoltre alcuni interventi articolati come segue.

  1. Attivazione di alcune iniziative e operazioni strategiche già menzionate nel Piano Industriale
    presentato a febbraio 2020, ma i cui effetti non erano valorizzati nello stesso, quali:
    La decisione di internalizzare il comparto assicurativo relativo ad Aviva Vita S.p.A. a
    partire dal 30 giugno 2021, mediante acquisto della totalità del capitale della joint venture,
    attualmente detenuto al 20% (subordinatamente all’ottenimento delle autorizzazioni da parte
    delle competenti Autorità). Tale decisione è attesa impattare sul CET1 ratio del 2021 per
    circa -50 punti base, più che compensati dalle operazioni di cui al punto che segue.
    L’operazione avrà effetti reddituali positivi già dal 2021 e si stima che a regime, nel 2022,
    comporterà un apporto incrementale annuo all’utile netto di Gruppo di €40 milioni, con un
    ritorno sul capitale investito superiore al 10%. L’internalizzazione del business
    assicurativo di Aviva Vita Spa sarà accompagnata dall’integrazione con la compagnia
    assicurativa di proprietà del Gruppo, BAP Vita, e potrà dotare il Gruppo di un importante
    ulteriore asset per rafforzare la protezione e il presidio della ricchezza delle famiglie italiane,
    creando con Pramerica un polo di produzione di soluzioni di gestione del risparmio ai vertici
    di mercato.

5
Si rinvia al comunicato e alla presentazione del Piano industriale 2022 pubblicati il 17/02/2020 per una dettagliata
descrizione tra l’altro degli interventi commerciali a supporto della redditività e del miglior servizio alla clientela, dei
piani di investimento, della gestione dei costi, delle misure organizzative e di informatizzazione per la gestione del
credito, nonché della flessibilità organizzativa e patrimoniale del Gruppo.

5
la valorizzazione, per il tramite di operazioni e/o iniziative di carattere strategico, di
partecipazioni e delle attività di c.d. “merchant acquiring”, con un impatto positivo
complessivo atteso sull’utile netto di circa €350 milioni.

  1. Conferma della razionalizzazione degli accordi di c.d. “securities services”, rinviata al 2021 a
    causa delle conseguenze dell’OPS.
  2. Attivazione di leve gestionali volte al contenimento dell’impatto negativo derivante dal COVID-
    19 sulla qualità del portafoglio crediti. In particolare: l’ulteriore potenziamento delle azioni di prevenzione, monitoraggio, gestione e recupero del
    credito deteriorato facendo leva sulle capacità “best in class” nel mercato italiano della
    piattaforma di gestione del credito all’interno del Gruppo UBI Banca, in grado di presidiare
    le strategie di intervento e di contenere i costi di recupero;
    l’implementazione delle azioni previste negli interventi normativi a supporto della tenuta
    delle imprese e delle famiglie nel medio periodo, abilitanti una mitigazione del rischio
    relativo al portafoglio crediti e un minor impatto sui ratio patrimoniali. Si stimano per il 2020
    oltre 6 miliardi di erogazioni con garanzia statale (legge 662 e SACE).
    In termini di andamento della qualità del credito, simulato come detto in uno scenario
    macroeconomico di variazione del PIL reale del -10,3% nel 2020, del +2,8% nel 2021 e del -0,2%
    nel 2022, il deterioramento dei tassi di ingresso a default e di rientro in bonis dei crediti non
    performing è previsto comportare un livello di crediti deteriorati lordi al 7,2% nel 2022 (stimato in
    assenza di ulteriori cessioni massive) e un aggravio del costo del credito di 85 bp (oltre 700
    milioni) nell’arco del Piano Industriale Aggiornato.
  3. Conferma del piano di investimenti tecnologici e del piano di riassetto del comparto immobiliare.
    In termini di investimenti tecnologici, viene confermata la strategia finora perseguita, la cui bontà
    è stata confermata nello “stress test” rappresentato dall’emergenza Covid. Gli investimenti IT
    cumulati nel triennio sono attesi a €645 milioni6

, in incremento di €30 milioni in relazione al
progetto bancassurance e di ulteriori €5 milioni rispetto al Piano presentato a febbraio 2020 (e
complessivamente in incremento del 24% rispetto al triennio precedente).
Per quanto riguarda il piano di riassetto immobiliare, si rinvia al punto precedente in merito
all’avvenuta riorganizzazione della presenza del Gruppo sulla piazza di Milano, e alle iniziative
compiutamente descritte in sede di presentazione del Piano Industriale a febbraio
(razionalizzazione uffici centrali e rete di filiali, vendita immobili non strumentali, energy
management, etc..)

  1. Conferma del piano di assunzioni e incentivi all’esodo, posticipato a causa delle incertezze legate
    all’OPS; si prevede, al netto di circa 1.000 assunzioni, l’uscita di circa 2.000 risorse, attesa in gran
    parte nel 2021 in coerenza con la conclusione degli accordi sindacali che verranno via via
    negoziati. In termini economici, si prevede che il piano di riorganizzazione abiliterà un
    miglioramento a regime dell’utile netto di oltre €100 milioni a partire dal 2022 (incluso), oltre a
    consentire un importante ricambio generazionale anche al fine di orientare le professionalità verso
    i nuovi skill richiesti dalla migrazione digitale dei servizi bancari e dalle mutate esigenze della
    clientela.
  2. Infine, verranno mantenute e/o potenziate le società prodotto del gruppo (asset management,
    factoring, leasing, cessione del quinto, IW Bank, bancassurance, nonché la piattaforma di
    recupero crediti ecc..) per il miglior servizio della clientela e quale ulteriore riserva di valore.

6
In termini di Altre spese amministrative e Investimenti

6


In sintesi, si prevede che l’insieme delle capacità dimostrate in termini di resilienza e di velocità di
reazione durante la crisi, delle conseguenti azioni strategiche e gestionali attivate, nonché della presenza
di interventi a supporto dell’economia da parte delle autorità tutte, permetteranno di assorbire gli impatti
della pandemia da COVID-19;

  • portando al conseguimento di un utile stimato in €562 milioni al 2022, rispetto ai €665 milioni
    originariamente previsti nel Piano Industriale presentato a febbraio scorso
  • generando un ROTE del 7,1% nel 2022 (rispetto al precedente 8,3%)
  • confermando una solida posizione patrimoniale, con un CET1 ratio stimato attestarsi al 2022 al 13,9%
    (al netto dei dividendi del 2019 ma prima di quelli relativi a 2020, 2021, 2022); rispetto a una soglia
    minima di CET1 ratio pari al 12,5%, si evidenzia un excess capital di circa €840 milioni di euro che
    potranno essere distribuiti, corrispondenti a un cumulato di oltre 73 centesimi di euro per azione nel
    triennio.
    L’insieme degli interventi di aggiornamento del Piano conferma e rafforza le motivazioni che
    avevano portato il mercato a reagire positivamente alla presentazione del febbraio u.s.
    La crescita del monte dividendi disponibili rende inoltre evidente agli azionisti la dimensione del
    valore intrinseco della loro Banca.

Per ulteriori informazioni:
UBI Banca – Investor Relations – tel. +39 035 3922217
E-mail: investor.relations@ubibanca.it
UBI Banca – Media Relations – tel. +39 027781 4213 – 4938 – 4139
E-mail: media.relations@ubibanca.it
Copia del presente comunicato è disponibile sul sito www.ubibanca.it

MIL-6102SJ -18022020-123184/DF

1
Significativa creazione di valore per gli azionisti nei prossimi tre anni

  1. Include raccolta diretta e indiretta, esclude repo con CCG
  2. Esclude repo con CCG
  3. Esclusi contributi di sistema

CAGR su 3 anni, %

Mix equilibrato di ricavi

Continua riduzione dei costi

Minor costo del credito

Significativa creazione di
valore per gli azionisti
Capitale in crescita e
rafforzamento strutturale

%
%
%
€ mln
€ mln -19,3%
pb
%
€ mln -1,7%
€ mln -1,5%

2022

12,5
32,6
8,3
665 (665)
387
46
5,2
-2.136
-2.235

% 58,1

2019
Restated IAS 40

12,3
55,1
4,4
233 (331)
738
87
7,8

% 45,7 47,6
% 47,4 45,7
€ mld 196 209 +2,2%
€ mln 3.638 3.675 +0,3%

€ mld 83,7 83,7

-2.252
-2.3416

61,9

€ mld 79,5 81,0
€ mld 95 93
€ mld
€ mld 18 20

% 50,9 51,5
€ mln
€ mln

-1.361
-517

-1.428
-603

€ mld 58,1 61,5
€ mld

CET1 ratio
Texas ratio
ROTE normalizzato
Utile netto stated (normalizzato tra parentesi)
Rettifiche nette su crediti verso clientela
Costo del credito
Incidenza dei crediti deteriorati lordi 4
Oneri operativi (al netto dei contributi di sistema)
Oneri operativi
Di cui commissioni nette
Di cui margine di interesse
Raccolta Totale1
Proventi operativi

Crediti netti verso clientela2

Cost/income (al netto dei contributi di sistema)
Di cui raccolta diretta
Di cui AUM + bancassurance
Di cui raccolta istituzionale

Di cui crediti netti in bonis

Copertura crediti deteriorati (inclusi stralci)
Di cui spese per il personale
Di cui altre spese amministrative3

RWA (fully loaded)
Patrimonio netto tangibile5 7,5 8,0
73 88

2022 Rivisto

13,97
43,7
7,1
562 (562)
509
62
7,2
-2.185
-2.300

58,8
46,3
44,4
205
3.716

82,7
79,2
91
85
19

51,2
-1.374
-576

58,9
7,9

CAGR su 3 anni,
Rivisto %

-11,7%
-1,0%
-0,6%
+1,3%
+0,7%

  1. Incidenza dei crediti deteriorati netti: 5% nel 2019 e 3,1% nel 2022 , 4,25% nel 2022 rivisto
  2. Patrimonio netto escluso utile – attività immateriali 6. Netto non-ricorrenti