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Wirecard: Aperta procedura per insolvenza e indebitamento, ritirate 325 mila carte di debito emesse in Italia

La nuova “Parmalat” in salsa tedesca, così qualcuno l’ha definita. Nelle ultime settimane la Wirecard, la società tedesca che si occupa
principalmente di pagamenti elettronici ha tenuto banco, prima sull’ipotesi di falso in bilancio, per poi aprire la procedura per insolvenza
e indebitamento eccessivo e chiudere così ai minimi storici alla borsa di Francoforte, al pari del bond argentino e andare in default. Il
futuro sembra segnato. I Revisori dei Conti hanno ritirato il bilancio del 2019. All’appello, mancavano quasi due miliardi di euro. Cifra non
da poco. L’organo tedesco di revisione Ernest and Young si è rifiutato di certificare il documento, mentre la società Wirecard ha sempre
sostenuto di aver depositato quei soldi sui conti fiduciari in due banche nelle Filippine, dove in realtà non sono mai arrivati. E c’è chi è
pronto a scommettere che i miliardi dichiarati in realtà non sono mai esistiti. Il dubbio che il colosso tedesco abbia utilizzato un sistema di
“contabilità creativa”, c’è eccome. Nel corso di pochi anni infatti la società è cresciuta in modo esponenziale. Interessante notare come il
price earnig – una sorta di prezzo al metro quadro delle azione, secondo quanto hanno evidenziato AltroConsumo nel settore Finanza – sia
sempre stato superiore a 40; nel 2018 è stato addirittura di 47,3, sintomo di un’azione, di certo non a buon mercato. Insomma, dalle stelle
alle stalle in poche settimane, con l’apertura di un procedura di insolvenza presso il tribunale di Monaco. Motivo? Imminente insolvenza e
indebitamento eccessivo. E non è finita qui. In Italia sono state bloccate 325 mila carte di debito emesse da Wirecard per oltre 20 milioni
di euro. Le carte Sisalpay, dotate di un iban si appoggiano al circuito Mastercard sia in Italia che all’estero e permettono di effettuare
bonifici, pagamenti e acquisti online. Non è chiaro al momento quanti siano i clienti italiani in possesso delle carte SisalPay. L’autorità di
controllo britannica ha avviato i giorni scorsi il blocco delle carte emesse in tutta Europa, con enormi disagi per gli utenti che stanno
aspettando la migrazione in un’altra carta e si trovano al momento senza. Questo scandalo solleverebbe dubbi sul reale stato di salute del
sistema bancario tedesco e sull’effettiva corrispondenza tra rating e reale stato di salute di una società e sul settore del fintech (il settore
della finanza che offre i propri servizi attraverso le nuove tecnologie digitali: Fin-tech, ovvero tecno finanza). Nel mirino delle critiche oltre
la società di revisione di conti, ci sarebbe anche la Bafin, organo equivalente alla Consob in Italia e lo stesso governo della Merkel. Il
sistema della carta SisalPay che è nata per rendere più semplici i pagamenti online delle persone, in realtà ha dimostrato la sua
inaffidabilità a milioni di persone.
Paola Pieroni