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App immuni nelle Marche: al via oggi la sperimentazione. Ecco come funziona davvero

L’applicazione Immuni è ufficialmente partita in via sperimentale nelle Marche, insieme alle altre tre Regioni di
Abruzzo, Liguria e Puglia. In modo graduale, probabilmente da fine giugno, entrerà virtualmente in tutte le altre
regioni a livello nazionale. Secondo le parole del Ministro dell’Innovazione Paola Pisano l’App, accolta e gradita dai
cittadini, è già stata scaricata da oltre 2 milioni di persone. Intervenuta alla trasmissione di “Uno Mattina” su Rai1,
la Ministra ha ribadito “l‘utilità dell’applicazione in questo momento di ripresa delle attività produttive, per
muoversi in sicurezza e diminuire la probabilità della nascita di nuovi focolai improvvisi e soprattutto per tutelare
noi stessi e le persone a noi care”, senza tralasciare l’importanza di scaricarla “perchè maggiore è il numero delle
persone che la scaricano, maggiore è la possibilità che si sia avvisati, qualora si entri in contatto con un caso
positivo, nel pieno rispetto della normativa sulla Privacy italiana ed europea”. Nonostante il Garante della Privacy
ha dato parere positivo per la tutela della Privacy, molti solo ora si fanno consapevoli del valore della propria
riservatezza, forse perché fino ad oggi non ci avevano riflettuto a sufficienza. Eppure tutti i giorni, tramite molti
canali social, tutti noi diamo informazioni sui nostri spostamenti, gusti e preferenze, su ciò che compriamo e molti
riferiscono informazioni anche più personali. Forse poca conoscenza, il meccanismo dell’app è progettato a
garantire la Privacy degli utenti in ogni suo passaggio. Dopo averla scarica, l’applicazione associa al telefono e non
alla persona un codice che cambia più volte nel corso della giornata. Questi codici che si rigenerano, attraverso il
dispositivo bluetooh, si incrociano con gli altri codici di altri apparecchi telefonini, tenendo traccia di questo
contatto, registrandone la distanza fisica e la durata dell’avvicinamento. Qualora la persona risultasse positiva, può
scegliere liberamente di trasmettere l’informazione, e tramite un operatore del Servizio Sanitario Nazionale essere
supervisionato nell’inserimento del codice di codifica di avvenuta positività. A quel punto tutti i cellulari che si sono
avvicinati a quello della persona, riceveranno una notifica del “Rilavato contatto a rischio”. Nessuna informazione
personale traspare, nulla di tutto ciò, soltanto tanto timore. Intanto Salvini, che stamattina si è trovato a far visita alla
nostra Regione ha commentato così l’avvio della sperimentazione: “ Io non scarico assolutamente nulla”. Da buon
leghista che si rispetti, non poteva proferire parole diverse.
Paola Pieroni