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Casi di COVID-19 nei visoni spronano esortazione a vietare allevamenti di animali da pelliccia in Italia

PETA insiste sulla necessità di attuare subito il divieto, dato il legame tra i virus mortali e la cattività degli animali selvatici

Roma – In seguito alla notizia che i visoni sono risultati positivi al test sul COVID-19 in quattro allevamenti di animali da pelliccia in Olanda, e della probabilità che il personale abbia contratto il virus proprio dagli animali, la PETA ha inviato stamattina una lettera (disponibile qui) al Ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova, in cui sollecita il divieto degli allevamenti di animali da pelliccia in Italia e la chiusura delle circa 20 strutture di questo tipo esistenti nel paese.

L’associazione sottolinea che la SARS e il nuovo coronavirus sono iniziati infettando persone che si trovavano a stretto contatto con fauna selvatica in cattività nei mercati di carne di animali vivi. Ciò costituisce un rischio alla salute pubblica simile a quello rappresentato dagli allevamenti di animali da pelliccia, in cui gli animali sono confinate in gabbie di rete metallica affollate e le malattie possono diffondersi facilmente. I Centri americani per il controllo e la prevenzione delle malattie notifica che il 75% circa delle recenti malattie infettive che colpiscono l’essere umano sono iniziate nelle altre specie animali.

“Gli sporchi allevamenti di animali da pelliccia, pieni di animali malati, stressati e feriti, sono terreno fertile per le malattie”, afferma la direttrice della PETA, Elisa Allen. “In presenza di una crisi globale originata dal commercio di fauna selvatica, è giunto il momento di un’azione decisiva, e noi sollecitiamo l’Italia affinché chiuda i restanti allevamenti di animali da pelliccia.”

Investigazioni condotte negli allevamenti italiani di visoni hanno scoperto animali confinati in gabbie di rete metallica affollatissime, senza accesso a zone erbose o a specchi d’acqua in cui poter nuotare. Molti di questi animali erano gravemente feriti, e alcuni si erano provocati delle auto-mutilazioni per lo stress della cattività. Al termine della loro vita miserevole, essi vengono di solito uccisi mediante asfissia col gas.

La PETA – il cui motto recita, tra l’altro, che “gli animali non sono nostri da indossare” – si oppone allo specismo, una visione del mondo dove l’essere umano è superiore alle altre specie. Per maggiori informazioni, visita PETA.org.uk.