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NUOVO VIDEO SCIOCCANTE: I SANGUINOLENTI “MERCATI UMIDI” ANCORA APERTI IN ASIA

La PETA afferma che l’Organizzazione mondiale della sanità deve richiedere, per il bene di tutti, la chiusura delle attività di mercati che operano in pessime condizioni igieniche

Roma – Mentre il nuovo coronavirus continua a far ammalare e a uccidere persone in tutto il mondo, la PETA sta rilasciando un nuovo filmato, registrato nelle ultime settimane, che mostrano gli sporchi mercati di animali vivi – zeppi di cani, pipistrelli, scimmie, zibetti e serpenti – ancora in attività in Cambogia, Cina, Indonesia, Filippine, Thailandia e Vietnam.

Il video mostra zibetti vivi (che sono stati associati al contagio SARS) e pipistrelli (associati al COVID-19) venduti in Indonesia, insieme a scimmie, uccelli e gatti stipati in gabbie ricolme di strati di cibo marcio e di feci e accatastate una sull’altra, in pile una a fianco dell’altra. Un coniglio ha delle convulsioni e muore proprio di fronte all’investigatore. In Thailandia, anatre e polli (associati all’influenza aviaria) sono stati ammassati in gabbie una sopra l’altra. Nelle Filippine, i lavoratori che indossavano le infradito camminavano su pavimenti intrisi di sangue e tagliavano le carcasse di suini e uccelli a mani nude. In Vietnam, le teste cotte e le altre parti dei corpi dei cani erano ammucchiati su un bancone vicino ad animali vivi. Sangue, viscere e acqua ricoprivano i pavimenti di ogni mercato.

La PETA e le sue affiliate internazionali stanno usando le riprese video per ribadire l’appello all’Organizzazione mondiale della sanità perché solleciti la chiusura dei mercati di animali vivi in tutto il mondo. Finora, la campagna ha già ricevuto il supporto da oltre un quarto di milione di persone.

“La prossima pandemia mortale è inevitabile fino a quando i mercati pieni di animali malati e stressati rimarrano aperti”, afferma Ingrid Newkirk, fondatrice della PETA. “La PETA chiede ai funzionari del governo di chiudere questi incubatori di pandemie”.

La PETA – il cui motto dice, in parte, che “gli animali non sono nostri da mangiare” e che si oppone allo specismo, una visione del mondo umano-suprematista – fa notare che focolai di influenza suina, influenza aviaria, HIV, afta epizootica, del morbo di mucca pazza, e altre malattie derivano anche dalla cattura o dall’allevamento di animali per il consumo alimentare.

Per ulteriori informazioni, visita PETA.org.uk.