Diverso Parere

Nulla potrà essere più come prima

L’emergenza covid-19 tra le tante conseguenze alle quali a cascata dovremo far fronte, sanitaria, economica, sociale, annovera anche quella politico istituzionale. Allo spettacolo già indecoroso della sanità lombarda, alla quale si è cercato di mettere una pezza con le conferenze stampa ad uso promo pubblicitario, con l’organizzazione di un ospedale alla Fiera con 20 ricoverati e l’utilizzo di decine di milioni frutto di donazioni, si aggiunge lo scollamento istituzionale .Non bastava ai forzaleghisti lombardi averci menato per il naso per anni il Celeste e casto, ma non probo Formigoni o il verde Maroni con la bufala dell’eccellenza sanitaria lombarda, oppure la rete delle RSA con patrimoni immensi e vertici voraci ed incapaci, ora tocca assistere allo scontro frontale tra le direttive della Presidenza del Consiglio e quelle del Presidente della Giunta lombarda o piemontese. Non sono sufficienti i morti della Baggina , del Don Gnocchi per far balenare nella mente di qualcuno l’idea di dimissioni irrevocabili. Non basteranno forse neppure le inchieste giudiziarie oramai a decine sui tavoli dei pm lombardi. Possono bastare per dire una volta per tutte che tutto questo non dovrà accadere più. Con calma, senso di responsabilità, equità e ragione nel dopo pandemia i poteri dello Stato e delle Regioni vanno rivisti. In alcuni settori, come ha evidenziato tragicamente l’epidemia non potranno più esserci deleghe o sovrapposizioni, almeno in tempi di emergenza. Nessuno potrà più fare il primo della classe, perché nessuno ha dimostrato di essere capace di fare il primo della classe, anzi, certe delibere della Giunta lombarda sono da esaminare a fil di codice, penale , ovviamente. Nessuno pensi ancora di poter far gestire la sanità pubblica a soggetti incaricati dal potere politico senza altra garanzia oltre la fedeltà al potente di turno, con il solo compito di drenare consensi e fare tagli in un settore vitale per la collettività, in grado di assorbire oltre il 60% dell’intero bilancio di una regione, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Così come nessuno pensi di poter mantenere lo stesso assetto nelle maggior parte delle RSA, pubbliche o private, senza il doveroso rispetto per gli anziani ricoverati. Nessuno più si arroghi il diritto di decidere, senza titolo, se non quello della appartenenza ad un certo ceto politico, del destino economico e della salute del Paese. Una profonda irrinunciabile riforma della burocrazia ci deve vedere impegnati tutti a richiederla con forza. Una profonda revisione dell’assetto istituzionale di questo Paese deve essere la priorità dopo la fine dell’emergenza. La cancellazione immediata delle regioni a Statuto speciale, una profonda revisione dei criteri di spesa, dello Stato e delle regioni deve trovare ascolto tra quanti hanno a cuore il destino del Paese. Ci sono voluti anni per chiudere l’era Formigoni, non servano anni per imparare la lezione e cambiare, in meglio, questo Paese dal basso, facendo tesoro di quanto hanno fatto e stanno i veri eroi italiani, i medici, gli infermieri, i volontari, non i sindaci che fanno selfie mentre consegnano buoni spesa. Basta spot, serve capacità, umiltà e concretezza.

ARES