Attualità a cura di Maurizio Donini

Egophonia e disattenzione da smartphone

Riesci a resistere a non guardare lo smartphone per vedere se c’è una notifica? E se suona
avvisandoti che c’è una qualche novità o messaggio, ti precipiti a guardare o riesci a resistere se
stai facendo altro? Se poi guardare il display in caso di notifica è per voi automatico, significa che
avete perso il controllo della situazione, così come se andate nel web per necessità e poi vi
rimanete attratti dal contorno, questa diventa una pura perdita di tempo. Quella che che la
dott.ssa Monica Bormetti, psicologa e consulente nell’utilizzo delle tecnologie, ha denominato
EGOPHONIA.
I benefici derivanti dall’invenzione dei cellulari sono immensi e indubbi, ma è l’abuso nell’utilizzo
che può creare problemi, ansia, depressione, disturbi del sonno, deficit dell’attenzione, fino a
diventare una vera e propria dipendenza comportamentale. Su questo giocano anche i produttori
che convincono i consumatori di come siano indispensabili telefoni sempre più potenti e veloci.
Una ricerca del 2018 dell’Università di Derby ha esaminato gli effetti dell’età, del genere sessuale,
dell’impulsività, dell’eccessiva ricerca di rassicurazione, dell’estroversione e della depressione
sull’uso degli smartphone. Attraverso un’indagine condotta online tramite la somministrazione di
questionari self report sono stati coinvolte 147 persone (42 maschi e 102 femmine), di età
compresa tra i 18 e i 68 anni. Dallo studio risulta come siano i giovani i maggiori utilizzatori, e in
generale i più assidui sono affetti a forme depressive, il che li porta a cercare rifugio nel virtuale
che la tecnologia mette loro a disposizione.
Relativamente all’attenzione, Nikken e Schols (2015) hanno riscontrato che l’uso protratto dello
smartphone fa decrescere l’attenzione nell’età evolutiva. La possibilità di reperire con facilità e
velocemente le informazioni tramite lo smartphone genera un calo della memoria personale, la
capacità di ricordare i fatti della propria vita ne viene fortemente depauperata, portando allo
scadimento dell’apprendimento scolastico.
MAURIZIO DONINI