La ghigliottina dei senatori M5s contro il Rousseau
Il corpo monolitico del Movimento 5 Stelle finora chiuso a riccio contro l’esterno addebitando tutti
gli attacchi ad un confuso connubio tra stampa di regime e poteri forti, inizia a mostrare le prime
crepe scontando le sanguinose ferite elettorali che la scellerata guida Casaleggio-Di Maio ha
portato a casa. I senatori pentastellati hanno presentato un documento dal titolo ‘Manifesto per il
miglioramento del M5s’. Non solo vengono attaccati i voltafaccia su quelli che erano i punti forti
del programma grillino agli albori, come i doppi incarichi, in primis proprio Di Maio, arrivando ai
tre che ricopriva fino a poco tempo fa Bugani, ma si punta il dito nel lato oscuro della forza, la
piattaforma Rousseau.
La piattaforma Rousseau aka La Morte Nera è una creatura diretta uscita dal ventre della
malmessa Casaleggio, con Davide aka “L’Erede” presidente inamovibile per statuto, e che raccoglie
mensilmente € 300 da ogni parlamentare e consigliere regionale, in una legislatura parliamo di un
gruzzoletto da € 6.000.000, non esattamente spiccioli. Sono gli stessi senatori del M5S ad andarci
giù pesante: “La piattaforma digitale che tutti contribuiamo a mantenere viene percepita come
una realtà esterna, corpo estraneo al Movimento stesso, sia all’interno della nostra forza politica
che all’esterno. La gestione dei dati sensibili, la costruzione degli eventi, l’indicazione dei quesiti, il
modo in cui si pongono e tanti altri aspetti quali quelli connessi alla stessa selezione degli organi
rappresentativi (interni e portavoce) devono essere posti sotto il controllo del M5s ed effettuati con
metodo democratico”. Slegare il Rousseau dal Movimento avrebbe conseguenze drammatiche,
oltre il raccolto mensile la Casaleggio ha anche transitato Pietro Dettori dall’azienda famiglie alla
dipendenza della piattaforma, alleggerendo le passività aziendali senza nemmeno fare cambiare
scrivania al responsabile del blog. Sì perché per chi non lo sapesse, la Casaleggio e il Rousseau
hanno lo stesso indirizzo e lo stesso capo…
MAURIZIO DONINI