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M5s e Lega – Eutanasia di un amore mai nato

Ci sono amori che nascono e finiscono, altri che non riescono mai a sbocciare anche se sarebbero perfetti, poi ci sono quelli combinati, nati per contratto, destinati a creare solo dolori e disastri, un poco come nei paesi arretrati del terzo mondo, girone infernale in cui l’Italia è entrata a pieno titolo. Perché l’amore che ha portato al governo la combo Movimento 5 Stelle e Lega non è un matrimonio fra amanti, ma un
contratto, come quando ti affibbiano una sposa per corrispondenza, la realtà non è mai come te la eri immaginata.
Ma a dire il vero tutto quello che sta succedendo ora era stato ampiamente previsto, sia dal sottoscritto nei vari articoli pubblicati e nelle interviste al prof. Cacciari, con buona pace dei tanti pezzi postati sul blog sostenitori di FQ a nome dei delusi, della sinistra e del M5S, ma tutti concordi nel tessere lodi sperticate a Di Maio (immeritate) e insulti a Salvini (meritati). Una platea di sostenitori pentastellati di varia etnia concordi a sostenere questa strana alleanza chiudendo gli occhi, non il naso montanelliano, ma a negare
l’evidenza che risulta palese a qualunque analista.
Come già scritto commentando gli studi delle Università di Bologna e Urbino e quelle del Cattaneo, gli aderenti al Blog 5 Stelle sono al 47% di matrice versante sinistra, come si poteva fare un contratto con un partito di destra, che si è sempre presentato con la destra con politiche di destra, e sperare che il tutto reggesse? Il risultato è stato semplicemente di fare più che raddoppiare i voti di Salvini regalandogli quella visibilità mediatica che mai avrebbe avuto in altro caso. Ora i nodi vengono al pettine, provvedimenti di
crescita non se ne sono visti, quelli prodotti sono solo atti a debito, sia Conte che Tria ora ammettono che sarà difficile evitare l’aumento dell’IVA. Qualunque studente al primo anno di economia sa che un aumento dell’iva pesa maggiormente sulle fasce basse del popolo, in quanto destinano la maggior parte del proprio reddito ai consumi, quindi si andrà a colpire proprio quella fascia che il M5S proclamava di voler salvaguardare.
Nella mia recentissima intervista a Lucrezia Reichlin, già membro del board della BCE, l’illustre economista ricordava come lo spread sia generato dalle attese, è bastata una ennesima scellerata dichiarazione di Salvini sul limite del 3% per farlo schizzare a quota 300 punti, il triplo della tanto odiata Francia per dire. Ma l’amore sta finendo, il potentissimo balivo Giorgetti ha già detto a chiare lettere che dopo le europee si
potrebbe chiudere la legislatura, cosa auspicata da tutti i notabili leghisti, che con giusta logica intendono capitalizzare l’attuale consenso.
L’ineluttabile fine della legislatura e nuove elezioni sono uno spettro terrificante per Di Maio e Casaleggio, la speranza di trovarsi nuovamente alla guida del paese è nulla, prevedere un governo di centro-destra a guida Salvini è fin troppo scontato. Non secondario l’aspetto economico, un decremento di almeno un terzo dei parlamentari a 5 stelle avrebbe effetti devastanti sui bilanci della galassia casaleggiana, ogni parlamentare e consigliere regionale pentastellato deve versare mensilmente € 300 al Rousseau, in una
legislatura fanno 9 milioni di euro, per un partito che proclamava la non dipendenza economica e non ha  sedi periferiche non è poco, un notevole flusso di denaro che affluisce nelle casse gestite in maniera granitica dal dominus incontrastato e per statuto inamovibile Davide Casaleggio.

Maurizio Donini