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Via le Provincie o anche le Regioni…….

Giunge a singolar tenzone lo scontro tra gli alleati di Governo sull’assetto delle autonomie locali. I pentastellati fedeli ai loro propositi inziali vorrebbero rimettere ordine nelle articolazioni dello Stato abolendo le Provincie, risorte a metà, senza dotazioni finanziarie dopo il pasticcio renziano post referendario, mentre la Lega, che si abbevera nelle molteplici articolazioni delle “autonomie” locali è fortemente contraria. A nessuno è ancora venuto in mente che occorra una profonda riforma delle autonomie locali, a partire dalla cancellazione delle regioni a Statuto Speciale. Le Provincie sarebbero dovute sparire già negli anni settanta all’atto della nascita delle Regioni, così non fu ed oggi siamo ancora a discutere di un assetto antistorico, costoso, ripetitivo, ma soprattutto inefficace.  E’ inefficace l’ordinamento provinciale così come lo è quello regionale, una macchina macina soldi, dei contribuenti, con costanti aumenti delle addizionali, incapace di portare ad efficienza la macchina amministrativa e in molti casi, vedi quello della sanità a produrre storture e scandali a ripetizione. Ben venga quindi la rigidità dei 5stelle e l’avversità a tenere ancora in piedi le dimezzate provincie italiane, dove i cittadini non hanno neppure diritto a votare i consiglieri, ma affrontino con coraggio ruolo e destino degli altri Enti, le comunità montane, le Regioni a Statuto Speciale, le ASUR, le società partecipate, sfoltendo e tagliando dove occorre, per risparmiare in primo luogo, ma soprattutto per ridimensionare e riportare al ruolo originario la politica e togliere ulteriori gravami dalle tasche dei contribuenti.

ARES