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XXII Rapporto sull’economia Globale e l’Italia – Videointervista al prof. Mario Deaglio, curatore dell’opera

UBI Banca, in partnership con il Centro Einaudi, promuove la diffusione del “Rapporto sull’economia Globale e
l’Italia”, un’occasione importante per approfondire temi di portata globale riguardo all’economia e alle
relazioni tra Stati, che hanno diretti impatti sulla vita quotidiana delle persone e sulle prospettive per le
attuali e per le future generazioni.
Il Rapporto, curato da 23 anni dal professor Mario Deaglio ed edito da Guerini e Associati, viene presentato
ogni anno in numerose città d’Italia.

Professor Deaglio, dobbiamo considerare questo anno 2019 a rischio rallentamento per l’economia?
Sì, il rallentamento c’è già, ed è dovuto ad una serie di fattori a livello mondiale.
Il primo fattore è il cambiamento della politica americana, e quindi l’ostinazione americana nell’avere accordi
bilaterali, in una sorta di nuovo protezionismo, e questo porta all’indebolimento dell’economia cinese e,
attraverso la Cina, all’indebolimento dell’economia di tutto il mondo.

L’Euro ha 20 anni e sembra attraversare un’ulteriore fase di difficoltà. Quali saranno gli altri dossier
importanti per l’Europa?
Intanto le difficoltà dell’Euro sono “nate insieme” all’Euro e semplicemente cambiano pelle anche loro con
l’evolvere delle situazioni. Gli altri dossier saranno quello delle conseguenze della Brexit, come si configurerà
all’inizio dell’estate con tutti i suoi colpi e contraccolpi, e, oltre a questo, il problema della politica e della
collocazione dell’Europa nel mondo.

Il titolo del rapporto 2019 è “Il mondo cambia pelle?”. E l’Italia?
L’Italia “deve” cambiare pelle non una volta, ma due volte almeno. Perché? Perché mentre gli altri facevano
riforme di struttura molto importanti noi siamo stati quasi fermi. Non solo: sta cambiando pelle già,
visibilmente, per quanto riguarda la sua struttura produttiva: la maggiore importanza del “Made in Italy”, la
maggiore importanza dell’enogastronomia, la maggiore importanza di settori specialistici della meccanica –
soprattutto di piccole e medie imprese – stanno dando al Paese un volto nuovo, che appare direttamente in
collegamento con l’economia globale.