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Il barometro politico di Settembre 2018

Il barometro politico del mese di settembre non di discosterebbe poi molto da quello di agosto, il numero
di leggi approvate a quasi quattro mesi dall’insediamento dell’esecutivo, segna ancora una virgola. Alcuni
provvedimenti sulla scia di strade già tracciate, quello sulle fonti rinnovabili che è valso il conio del nuovo
termine ‘Calendimaio’ per la quasi totale sovrapposizione tra i testi Calenda e Di Maio. Il salvataggio Ilva
che non è poi cambiato di molto rispetto l’originale versione, un poco di belletto qua e là, la novità del
decreto ‘Milleproroghe’ che nella versione giallo-verde è stato anticipato da Natale a Ferragosto.
Poi abbiamo tante dichiarazioni confuse, la ricostruzione del Ponte Morandi che per ora è iniziata nello
studio del gran ciambellano del potere Bruno Vespa, si vocifera anche che il ritardo nella nomina del
Commissario Straordinario, passaggio fondamentale ed ineludibile per l’avvio del processo, sia attribuibile
alla speranza del Ministro Toninelli che il movimento delle falde porti a ricongiungere in maniera ‘naturale’ i due tronconi.
Ma battute a parte, restano polemiche sterili ed inutili, con la BCE, con le istituzioni europee, con la Francia, salvo poi rendersi conto che è proprio Parigi a decidere le sorti libiche e quindi lasciare affondare Sarraj senza problemi. La guerra sempre meno sotterranea tra gli sprovveduti pentastellati capitati al governo che pensano di fare debiti anche per sorseggiare un caffè con il bravo Ministro Tria, dimostrano vieppiù come la selezione della classe dirigente tramite il web sia improponibile. Senza Tria lo spread si sarebbe già impennato, giova ricordare che la prima emissione di btp ci è costata il doppio di interessi della Spagna con un aggravio di 4,5 miliardi, altro che reddito di cittadinanza.
Salvini comincia a restare a corto di immigrati, i flussi sono sempre più radi, e lo sono da gennaio, tanto da
costringere il ministro a recarsi in hotel sparsi lungo la penisola per farsi immortalare come difensore del
sacro suolo patrio. Ma quando si saranno interrotti del tutto cosa potrà raccontare ai suoi elettori? Quale
altro nemico potrà additare, oltre l’Europa, per il suo fallimento sul piano delle riforme? Certo, adesso
invece di condono ha inventato il termine ‘pace fiscale’, d’altronde in passato avevamo avuto anche la
‘voluntary disclosure’, la fantasia dei politici nel lessico gareggia con l’Accademia della Crusca.
Ma l’avvenimento più importante è la nuova liaison tra Salvini e Berlusconi, lanciato al 30% di consensi
dall’inconsistenza del collega/rivale Di Maio, i numeri potrebbero arrivare a varare un governo di centro-
destra, mandando il M5S a casa, con la Lega partito di riferimento. Per ora si inizia con le liste uniche alle
regionali, ma in caso di successo, e con la spinta di Sua Emittenza a battersi contro la riforma Crimi del
mercato pubblicitario, l’ombra di una nuova maggioranza diverrebbe sempre più concreta.
MAURIZIO DONINI