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PORTO-INTERPORTO AEROPORTO L’abbattimento dei Silos al Porto

La FILT CGIL Marche dopo i recenti fatti di cronaca riflette sulla questione della mobilità
delle persone e delle merci anche nella nostra Regione e ritiene che infrastrutture ,
manutenzioni, reti, si leghino all’occupazione che può aumentare se si fanno scelte
oculate e strategiche in caso contrario si hanno contraccolpi negativi sulla stessa.
Porto: lo sviluppo infrastrutturale impresso al porto e l’aumento del traffico dei
passeggeri non può però far dimenticare la caratteristica del porto Ancona multipurpose
cioè con diverse merceologie di prodotto e diversi operatori; secondo il sindacato di via
primo maggio questa peculiarità del porto di Ancona deve rimanere nel futuro . La
questione dei Silos del loro abbattimento gestiti in parte dalla Silos Sai e da Casillo
Silos Granai che dismetteranno l’attività tra un anno e mezzo. Pone la questione della
ricollocazione di questi lavoratori circa 13 . L’accordo siglato con le parti datoriali e i
sindacati il cosiddetto Piano per il lavoro del Porto può essere una risposta ma vanno
attivati tutti i soggetti pubblici e privati che consentano la ricollocazione di questo
personale in altre aziende interne al porto. Per questo la FILT unitamente alle altre sigle
sindacali ha chiesto un incontro alla Regione e al Comune di Ancona assieme all’Autority
per trovare soluzioni. Inoltre la questione dei cereali e delle granaglie si lega perfettamente
con l’intesa avvenuta tra Interporto Marche e la società anconetana di logistica Dpa scarl
che hanno siglato un contratto di ‘rent to buy’ della durata di sei anni più sei, che affiderà
alla Dpa la gestione del piazzale intermodale e dei servizi di scambio gomma-rotaia, in
previsione di un eventuale acquisto. Il contratto prevede la cessione per un affitto di
170mila euro annui di un piazzale di 100 mila metri quadrati alla società che ne farà uno
snodo per container e di stoccaggio merci (cereali e siderurgici) tra Nord Europa e Sud
Italia, garantendo la movimentazione anche su rotaia. Rete Ferroviaria Italiana
completerà l’ultimo miglio di rotaie e aprirà la stazione nel piazzale ciò consentirà alla
struttura di lavorare come un vero Interporto, a servizio di tutta la regione e anche degli
operatori che hanno investito in questa zona. Questa è una battaglia portata avanti dalla
Filt Cgil che da anni spinge per rivitalizzare il trasporto di merci su Rotaia si eviterebbe
danni ambientali e alla salute delle persone, i sovraccarichi delle infrastrutture eccetera
senza tenere conto che l’UE ha chiesto all’ Italia di aumentare fino al 30% il trasporto su
rotaia della merce attualmente intorno al 6%.
I due progetti che dovrebbero decollare a brevissimo nell’ambito dell’accordo siglato 11
agosto scorso prevedono due poli distributivi uno di prodotti siderurgici, con una coppia di
treni settimanali, nella fase iniziale, per rifornire le acciaierie del Nord e Sud Italia; il
secondo riguarda una distribuzione dei cereali su treno per le aziende trasformatrici.
Questa seconda ipotesi si sposerebbe benissimo con l’individuazione di tecniche di
scarico delle granaglie al porto diverse dai tradizionali silos e il mantenimento del Porto

multipurpose dato che il porto di Ancona è dotato un binario ferroviario interno per il
trasporto della merce.
Il terzo progetto, Quello cioè della realizzazione del magazzino centralizzato Asur del
farmaco e del numero unico delle emergenze Interporto si è aggiudicata la gara. La
struttura intermodale diventerà quindi un polo logistico per tutto il servizio sanitario delle
Marche; le risorse finanziarie che vengono da questa operazione consentiranno alla
società il ripianamento del debito maturato negli ultimi 10 anni (circa 10 milioni di euro.
Infine l’Aeroporto A seguito della delibera regionale che ha per oggetto l’espletamento
delle procedure finalizzate alla individuazione del partner privato a cui cedere la quota di
maggioranza della società ,ai fini della privatizzazione anche parziale della società
medesima. Le organizzazioni sindacali dei trasporti FILT CGIL – FIT CISL E UIL
TRASPORTI hanno richiesto di inserire la clausola sociale così come previsto dal
CODICE DEGLI APPALTI che prevede appunto norme di tutela dei lavoratori qualora
fosse affidata la gestione ad un terzo soggetto . L’art. 105 c. 9 del D.Lgs. 50/2016 (in
materia di subappalto) stabilisce che “l’affidatario (di contratti pubblici.) è tenuto
ad osservare integralmente il trattamento economico e normativo stabilito dai contratti
collettivi nazionale e territoriale in vigore per il settore e per la zona nella quale si
eseguono le prestazioni”.
 Un’ulteriore disposizione che individua l’obbligo in esame è l’art. 50 del
D.Lgs.50/2016 in materia di clausole sociali, ossia quelle clausole che, inserite nella
documentazione di gara, impongono all’appaltatore di impegnarsi a garantire la
stabilità occupazionale del personale che è già impiegato nell’esecuzione del lavoro
o del servizio alle dipendenze del “gestore uscente”. L’art. 50 stabilisce che, nella
clausola sociale, la Stazione Appaltante preveda l’obbligo a carico
dell’aggiudicatario di applicare i contratti collettivi di settore di cui all’art. 51 D.Lgs.
81/2015. Inoltre, preme evidenziare che il decreto correttivo ha effettuato una
sostanziale modifica all’interno dell’art. 50, ponendo a carico della Stazione
Appaltante (S.A.) l’obbligo di inserire le clausole sociali in tutti i contratti di appalto e
concessione di lavori e servizi diversi da quelli aventi natura intellettuale. Ad oggi,
pertanto, sussiste un generale obbligo per le Stazioni Appaltanti di inserire, in tutte
le gare d’appalto, clausole sociali che assicurino la stabilità occupazionale del
personale impiegato. Infatti nella precedente gara l’Amministratrice Unica aveva
assegnato solamente un maggior punteggio a chi avesse assunto il maggior
numero di lavoratori. Violando palesemente secondo il Sindacato la norma sugli
appalti. Ad oggi e se il bando di gara venisse bandito con gli stessi criteri del
dicembre 2017 non ci sarebbe un obbligo a salvaguardare il personale impegnato
nello scalo ma una semplice e generico punteggio al punto offerta tecnica dove il
personale viene assimilato alle “ soluzioni gestionali dell’infrastruttura aeroportuale
che garantiscano la valorizzazione economica, lo sviluppo del servizio, anche con
ricadute sul territorio circostante e sull’occupazione” tale prescrizione risulta
illegittima rispetto a quanto recita il decreto legislativo 50 in materia di appalti .
 Inoltre il sindacato chiede alla Regione di riaprire immediatamente il tavolo
permanente su Aerdorica spa a seguito di queste novità poiché non ci sono notizie
da parte dell’Europa sull’autorizzazione alla ricapitalizzazione. E si teme che la

privatizzazione non consenta poi di utilizzare a pieno gli strumenti di tutela
dell’occupazione.
 La FILT CGIL MARCHE denuncia lo scarso coinvolgimento delle organizzazioni
sociali per verificare le privatizzazioni in atto e la possibilità di garantire
l’occupazione e di accrescerla .
 Seppure su alcuni temi come il trasporto su rotaia della merce e la rivitalizzazione
dell’ Interporto e la concentrazione di centrali uniche di acquisto e di magazzini
unici la Filt Cgil ma la CGIL stessa ha portato avanti con convinzione e auspica la
regione rilanci queste politiche con un Piano dei trasporti organico che coinvolga le
parti sociali al fine di contribuire allo sviluppo di questo territorio così penalizzato
dalla crisi e dalle calamità naturali.