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Regione Marche e autonomia differenziata

Nei prossimi giorni – il 26 luglio – la Regione Marche avvierà il negoziato con il Governo per il
riconoscimento di una maggiore autonomia su alcune materie (Tutela e Sicurezza del lavoro,
Sanità, Istruzione ed altre) dando attuazione a quanto previsto dall’art. 116 della Costituzione,
dopo la riforma del Titolo V del 2001.
Le Segreterie regionali di CGIL CISL UIL rivolgono particolare attenzione a tale percorso, avviato
nello scorso mese di febbraio su iniziativa della Giunta, in quanto si tratta di un significativo quanto
delicato passaggio politico-istituzionale.
Va sicuramente considerato importante l’obiettivo di un sistema istituzionale decentrato che
valorizzi il ruolo delle Regioni e la loro capacità di rispondere adeguatamente alla diversità dei
bisogni dei cittadini, tenendo conto delle specificità territoriali e dimostrandosi capace di
intercettare tempestivamente i rapidissimi cambiamenti della società e dell’economia per sostenere
crescita, sviluppo e occupazione nei territori.
Tuttavia, in uno scenario nel quale attualmente ben 11 delle 15 regioni a statuto ordinario si
accingono a definire una maggiore autonomia, occorre evitare il rischio di contribuire ad una sorta
di corsa incontrollata al regionalismo differenziato con negative ricadute sulla tenuta dell'unità e
della coesione sociale del Paese.
Per evitare tale rischio è necessario che il processo di ulteriori forme di autonomia venga affrontato
in un quadro normativo unitario, tale da evitare un eccesso di frammentazione delle politiche
pubbliche e una disarticolazione del sistema delle tutele che devono rimanere, nei principi
fondamentali, comuni in tutte le declinazioni; a partire dalla definizione dei Livelli Essenziali delle
Prestazioni riguardanti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti universalmente su tutto il
territorio nazionale.
Dati questi presupposti, le Segreterie regionali di CGIL CISL UIL considerano che una scelta
politico-istituzionale così importante e rilevante per tutta la cittadinanza e il tessuto economico e
sociale delle Marche, avrebbe dovuto prevedere fin dal suo inizio, come avvenuto in altre regioni,
un percorso di reale confronto e partecipazione, mediante un dialogo serrato tra Istituzioni
interessate e le Parti sociali, utile a favorire condivisione e maggiore consapevolezza degli obiettivi
che la Giunta regionale intende perseguire.
Ad oggi questo non c’è stato ma i sindacati confederali auspicano che questa lacuna sia colmata al
più presto.
Ancona, 25 luglio 2018

Le Segreterie CGIL CISL UIL Marche