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Banca Popolare di Bari: licenziamenti mascherati da trasferimenti

Sembra un incubo ma è la triste realtà: il trasferimento al Call Center di
Teramo dei 4 Dipendenti in servizio presso la Filiale di Ancona su un totale di 6, si
configura come un vero e proprio invito all’autolicenziamento. Infatti, per
presentarsi al lavoro alle 8,15 a Teramo, dalle Marche centro-nord, utilizzando i
mezzi pubblici, bisogna partire alle prime luci dell’alba per poi rientrare a casa a
notte fatta! Quindi, vista l’impossibilità di attuare questa soluzione, il lavoratore è
costretto a prendere casa a Teramo con tutto ciò che ne consegue: stravolgimento
della vita familiare (i lavoratori interessati hanno quasi tutti mogli/mariti e figli),
raddoppio dei costi di gestione (2 affitti, doppie bollette per le utenze, notevole
incremento della spesa per il mangiare, spese di trasporto, ecc.) e notevoli problemi
di carattere psicologico che la situazione potrebbe comportare. Oltretutto, se
l’attività che sono chiamati ad espletare è quella di operatore telefonico, non si
capisce perché la suddetta attività non possa essere svolta in una sede
logisticamente di più facile fruibilità, come d’altronde già attuato in altre realtà
bancarie. Ma è fin troppo chiaro che l’intenzione della Popolare di Bari è solo quella
di liberarsi di dipendenti: come Fisac/Cgil Ancona e Marche e come Cgil Provinciale e
Regionale – denunciando il comportamento irresponsabile della banca in questione
– abbiamo già messo in atto ogni azione possibile per proteggere i lavoratori e le
loro famiglie.